BIBBIENA

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Bibbiena

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Bibbiena, un borgo di origine medievale con architettura rinascimentale

Rievocazione storia della Mea a Bibbiena, per ricordare un evento del XIV secolo.

Rievocazione della Mea a Bibbiena

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Sagra delle Sagre a Bibbiena

Dal produttore al consumatore, il piccolo mercato agricolo a Bibbiena Stazione

Mercato agricolo a Bibbiena Stazione

Bibbiena, arte del QuattrocentoBibbiena è posta all’apice di un colle a 425 metri di quota. Per questo motivo è ben visibile da lontano da qualunque parte vi si giunga. Per lo stesso motivo dal paese abbiamo begli scorci panoramici sulla valle del Casentino, in particolare verso nord, e sull’intero massiccio del Pratomagno.
Le origini di Bibbiena risalgono alla seconda metà dell’XI secolo, periodo in cui i vescovi aretini, sul colle dove oggi si trova il centro storico del paese, fecero edificare un castello che doveva essere l’avamposto del territorio di Arezzo su quello dell’alto Casentino dominato dai Guidi. Sembra certo che su quel colle si trovasse già una chiesa intitolata ai Santi Ippolito e Damiano che sarà, dopo distruzioni, rifacimenti e ampliamenti succedutisi nei secoli, l’attuale grande Propositura di Bibbiena. L’11 giugno del 1289, giorno della Battaglia di Campaldino, segnò una svolta in negativo nella storia di Bibbiena rea di appartenere ad Arezzo. Qualche giorno dopo il cruento scontro, le truppe vincitrici guelfe fiorentine assediarono il castello espugnandolo dopo una settimana. Ne segui il saccheggio e la devastazione. Quasi del tutto distrutta né uscì la chiesa. La ricostruzione del castello cominciò negli anni seguenti e Guido Tarlati da Pietramala, che era divenuto Vescovo di Arezzo nel 1312, e anche Signore di questa città e di Bibbiena, consacrò nel 1314 la nuova chiesa.
Con l’ambizioso Vescovo Tarlati il castello riacquista prestigio, ma con la sua morte (1327) ricominciano le vicissitudini per il suo dominio che non saranno meno anche quando Firenze ne sarà padrona assoluta. Nel 1440 Bibbiena subirà il saccheggio e la devastazione di Niccolò Piccinino, un capitano di ventura al servizio dei Visconti di Milano. A fine quattrocento e poi nel 1509 sarà la stessa Firenze ad abbattere le mura del castello e anche una parte di questo. Si evitava così che potesse divenire rifugio per i suoi nemici. Oggi le testimonianze architettoniche del periodo fortificato di Bibbiena sono poche. Vicino al retro della chiesa si può vedere “Porta dei Fabbri”, un tratto delle mura e una torre. Di fattura medievale è la bella “Torre dell’orologio” posta sull’angolo di un grande palazzo che si affaccia su Piazza Tarlati. Questo è di origine medievale, ma nel corso dei secoli è stato oggetto di varie ristrutturazioni, l’ultima di queste è del Settecento. Un’altra testimonianza dell’antico castello si trova in Via Berni dove sono presenti sul muro lungo la strada una monofora e un portale, la prima è di stile romanico, il secondo gotico.
Bibbiena, Piazza Tarlali e la sua torreBibbiena rinasce nel Cinquecento, per questo è ritenuto il paese più rinascimentale del Casentino. La sua architettura è caratterizzata dalla presenza di eleganti palazzi di tale periodo (visitabili solo in occasione di eventi organizzati ad hoc), il più noto è Palazzo Dovizi. Di fronte a questo si trova la Chiesa di San Lorenzo dove sono da ammirare due grandi terrecotte invetriate databili intorno al 1515 e attribuite a Luca della Robbia il Giovane. La chiesa più importante di Bibbiena è la già citata Propositura. Qui sono presenti molte opere di alto valore artistico, di vario genere e che abbracciano un periodo che va dal XIII al XVII secolo. In primis sono da citare un polittico del Quattrocento di Bicci di Lorenzo e una Madonna con Bambino su tavola dello stesso periodo di Arcangelo di Cola da Camerino. Dal sacrato della chiesa si scende tramite una scala in pietra in Via Berni. Qui si trova l’Oratorio di San Francesco, un bell’esempio di barocchetto toscano, l’unico in Casentino.
Il centro storico del paese è caratterizzato da molti borghi lastricati che s’incrociano tra di loro. Passeggiare in queste strette strade è un vero piacere perché, oltre ai già citati palazzi signorile che vi si affacciano, possiamo osservare tanti piccoli ma interessanti particolari architettonici.
Bibbiena, Santa Maria del SassoA Bibbiena ha la sede il Museo Archeologico del Casentino. Qui sono esposti i reperti rinvenuti dal Gruppo Archeologico del Casentino in molti anni di attività.
Dal paese, in poco più di un chilometro, si giunge al Santuario di Santa Maria del Sasso. Il luogo porta questo nome perché fu edificato per onorare l’apparizione della Vergine avvenuta nel 1347 sopra un grande masso oggi ben visibile all’interno del complesso religioso. Il Santuario è un importante e raffinato esempio d’architettura rinascimentale in Casentino. Vi sono conservate pregevoli opere d’arte.
Fino ad ora abbiamo parlato della parte antica del paese. Bibbiena ha poi una parte moderna molto più grande e popolosa della prima. Questa si trova ai piedi di quel colle inizialmente citato, è attraversata dalla Strada Regionale 71 che proviene da Arezzo ed è lambita dall’Arno. Questa zona è detta Bibbiena Stazione, per la presenza della stazione ferroviaria sulla linea Arezzo Stia. Unendo queste due parti si ha un centro che per dimensioni e popolazione è il più grande del Casentino, per questo il paese è considerato il capoluogo di questa valle a nord di Arezzo.

Il territorio comunale di Bibbiena

Il Castello di GressaBibbiena è anche il capoluogo di un grande territorio comunale che dal fondovalle si estende fino all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. In questa parte montana del comune si trova Serravalle, una stazione climatica che fu un importante castello medievale. Una torre ricorda il glorioso passato di questo luogo.Serravalle, un antico castello
Sempre in tema di castelli è da citare Gressa, luogo fortificato che in epoca medievale fu una residenza estiva dei vescovi di Arezzo, oltre che un importante punto di controllo sul territorio. Dal Castello di Gressa, infatti, si ha una vista di gran parte del Casentino.
La frazione più grande e popolosa del Comune di Bibbiena è Soci. Questo paese ha origini antiche ancora testimoniate nella sua parte più vecchia, ma oggi è noto come il polo industriale e artigianale più importante del Casentino.
Due chilometri oltre Soci, sulla strada che conduce in Romagna attraverso il Passo dei Mandrioli, incontriamo il paese di Partina. Qui vi fu una delle più importanti pievi romaniche del Casentino, oggi trova integrata in un nucleo di edifici privati, ma è ancora ben distinguibile in alcune sue parti architettoniche.
Nel Comune di Bibbiena sono poi da ricordare altri borghi come Marciano, Banzena, Giona, Terrossola. Quest’ultimo, a differenza degli altri, si trova a sud del capoluogo. Nella sua chiesa, dedicata a San Matteo, è conservata una pregevole tavola del 1497. Bibbiena e i borghi del suo comune appena elecati sono mostrati e descritti con le 100 immagini di questa sezione web.

Rievocazione storia della Mea a Bibbiena, per ricordare un evento del XIV secolo.

Rievocazione della Mea a Bibbiena

Sagra delle Sagre, assaggi di piatti tipici del Casentino ogni anno ad inizio estate a Bibbiena

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Dal produttore al consumatore, il piccolo mercato agricolo a Bibbiena Stazione

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