MASACCIO: TRITTICO DI SAN GIOVENALE
Masaccio: Trittico di San Giovenale
Nella foto Trittico di San Giovenale, opera giovanile di Masaccio, conservato nel Museo d'arte sacra a Cascia di Reggello in Valdarno.
Nel 1401 nacque a Castel San Giovanni (una delle Terre Nuove fondata un centinaio di anni prima dalla Repubblica Fiorentina ed oggi divenuta San Giovanni Valdarno) da abbiente famiglia locale un bambino che fu chiamato Tommaso. A soli cinque anni Tommaso perse improvvisamente il padre (che era notaio) mentre la madre era in attesa di un altro figlio. Dopo qualche anno la madre si risposò con un ricco speziale, anch'egli vedovo con due figlie. Unione pure questa sfortunata perché anche questi morì dopo non molto. Tommaso a soli sedici anni si ritrovò capo famiglia (all'epoca doveva essere un maschio) con una madre, un fratello, due sorellastre.
Ben poco si conosce dell'infanzia e dell'adolescenza di Tommaso. Sicuramente, visto le sfortunate vicende sopra citate, sarà stata un po' travagliata. Il fatto che si "guadagnò" il soprannome di Tommasaccio qualcosa ci lascia intendere. Non si orientò verso gli studi come si addiceva allora ai ragazzi di "buona famiglia", non entrò in qualche bottega per imparare un mestiere. Si dice fosse un anticonformista, volendo usare un termine moderno, uno che vivesse un po' "fuori dalle righe".
Tommasaccio lo ritroviamo improvvisamente attorno al 1420 nel mondo dell'arte valdarnese e fiorentina. Quel soprannome che era divenuto ormai il nome comune non andava più bene per un artista di rispetto, per cui si scelse, o gli fu scelto, un diminuitivi di questo: Masaccio. Quell'anticonformismo e quel suo vivere fuori dalle righe che avevano caratterizzato in suo carattere in adolescenza lo riverserà nella sua pittura così da rappresentare uno dei cardini di svolta tra la pittura fiorentina medievale e quella rinascimentale.
Questo grande nome dell'arte italiana non ha bisogno di essere presentato e trattato in questa pagina che ci serve invece per introdurre quello che è ritenuto il suo maestro, pur non essendo provato da alcun documento, che è presente in Casentino con due pregevolissime opere di tecnica ben diversa. Si tratta di Mariotto di Cristofano, un pittore anch'esso di Castel San Giovanni, il più noto in Valdarno nel secondo decennio del '400, conosciuto e attivo anche a Firenze. E' plausibile sia stato lui ad indirizzare e formare verso la pittura il giovane Tommasaccio, di sette anni più giovane e suo cognato in quanto Mariotto aveva sposato una sua sorellastra. Quindi i motivi di vicinanza e frequentazione tra queste due persone erano ampiamente giustificati.
Quali sono dunque i dipinti del maestro di Masaccio presenti in terra casentinese? Li vediamo nelle pagine seguenti, ma prima conosciamo, nella prossima pagina, il luogo per il quale Mariotto di Cristofano realizzò una tra le sue opere più note e importanti.