RIEVOCAZIONE DELLA MEA A BIBBIENA - Foto Alessandro Ferrini
La Mea
Per meglio comprendere il contenuto di questo testo si consiglia di leggere la pagina precedente relativa al Carnevale di Bibbiena. Questi due testi fanno riferimento al solito periodo, solita popolazione, solito paese. I fatti narrati s'intrecciano abbastanza, quello narrato in questa pagina, la leggenda della Mea, è molto più leggendario.
Al tempo del Conte Piero Tarlati viveva nel rione dei Fondaccini una giovane e bellissima lavandaia, Bartolomea, comunemente chiamata Mea, promessa in sposa a Cecco, giovane tessitore. Un giorno Mea, riportando il bucato nel rione dei Piazzolini, fu notata dal figlio del Conte Tarlati che s'invaghì immediatamente di lei. Il giovane nobile avvicinò la lavandaia ed iniziò a dialogarci con modi particolarmente educati. Bartolomea era affascinata da tanta gentilezza e per avere tante attenzioni da persona di così alta nobiltà. Non fu difficile per il giovane Tarlati convincere la ragazza a seguirlo nel suo palazzo. Mea, senza rendersene conto, era stata "gentilmente rapita".
La lavandaia non fece ritorno al Fondaccio. Si sparse presto la notizia di quanto era avvenuto e i Fondaccini esortati e capeggiati da Cecco cominciarono una turbolenta protesta che in poco tempo prese la forma di una violenta rivolta. Il vecchio e saggio Conte Tarlati, che inizialmente non conosceva i motivi di quei tumulti, conosciuto l'accaduto convocò la popolazione in pubblica piazza e restituì Mea ai Fondaccini ed al suo Cecco. Poi indisse una grande festa in segno di ritrovata amicizia tra i due rioni bibbienesi.
Storia, leggenda, non si sa! Forse un po' di entrambe! Comunque ogni anno, in un fine settimana d'estate tra luglio ed agosto, Bibbiena ricorda questo fatto. Il paese si addobba di bandiere e vessilli, i borghi del centro storico si riempiono di musici e sbandieratori, cavalieri, lavandaie, soldati con spade e pesanti armature che combattono tra loro, arceri, giullari, nobili e popolani, tutti rigorosamente con appropriati costumi. Due giorni di intrattenimenti, folkloristici e colturali. La sera tutti nella grande piazza Tarlati per momenti di spettacolo.
Nelle prossime pagine 72 immagini per cercare di raccontare questa festa nota come "C'era una volta La Mea".
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