La Pieve di Bibbiena
in Casentino, una bella valle Toscana che puoi conoscere in ogni suo dettaglio con questo sito
Italiano
DEDICATA A BONCONTE
La Battaglia di Campaldino, anche se svoltasi nei pressi di Poppi, è un momento che Bibbiena non può dimenticare. Nei giorni seguenti quell'11 giugno 1289, infatti, il Castello di Bibbiena e la sua Pieve furono distrutti dai fiorentini. Questo sanguinoso e distruttivo evento è tenuto vivo dalla decorazione di questa vetrata eseguita negli anni Cinquanta del secolo scorso dal pittore bibbienese Ruggero Biggeri.
In tre scene si racconta, seguendo ciò che scrive Dante Alighieri nel Canto V del Purgatorio nella Divina Commedia, i momenti che condussero alla morte il condottiero ghibellino Bonconte da Montefeltro il cui corpo non fu mai ritrovato perché portato via prima dal torrente Archiano che scorre ai piedi del colle di Bibbiena e poi dall'Arno.
Versi 91-99 e 124-129 del Canto V del Purgatorio:
In tre scene si racconta, seguendo ciò che scrive Dante Alighieri nel Canto V del Purgatorio nella Divina Commedia, i momenti che condussero alla morte il condottiero ghibellino Bonconte da Montefeltro il cui corpo non fu mai ritrovato perché portato via prima dal torrente Archiano che scorre ai piedi del colle di Bibbiena e poi dall'Arno.
Versi 91-99 e 124-129 del Canto V del Purgatorio:
E io a lui: "Qual forza o qual ventura
ti travio' si fuor di Campaldino
che non si seppe mai tua sepultura?"
"Oh!", rispuos' elli, "a pie' del Casentino
traversa un' acqua ch' a nome l' Archiano,
che sovra l'Ermo nasce in Appennino.
Là ve 'l vocabol suo diventa vano
arriva' io, forato ne la gola,
fuggendo a piede e 'nsanguindo il piano...
Lo corpo mio gelato in su la foce
trovo' l'Archian rubesto; e quel sospinse
ne l'Arno, e sciolse al mio petto la croce
ch'i fe di me, quando 'l dolor mi vinse
voltommi per le ripe e per lo fondo,
poi di sua preda mi coperse e cinse".
Per conoscere gli altri luoghi del Casentino citati da Dante Alighieri nella Divina Commedia visita questa sezione.
ti travio' si fuor di Campaldino
che non si seppe mai tua sepultura?"
"Oh!", rispuos' elli, "a pie' del Casentino
traversa un' acqua ch' a nome l' Archiano,
che sovra l'Ermo nasce in Appennino.
Là ve 'l vocabol suo diventa vano
arriva' io, forato ne la gola,
fuggendo a piede e 'nsanguindo il piano...
Lo corpo mio gelato in su la foce
trovo' l'Archian rubesto; e quel sospinse
ne l'Arno, e sciolse al mio petto la croce
ch'i fe di me, quando 'l dolor mi vinse
voltommi per le ripe e per lo fondo,
poi di sua preda mi coperse e cinse".