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Badia a Soffena
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Badia a Soffena
Retro Badia a Soffena
Campanile Badia a Soffena
Facciata Badia a Soffena
Abbazia di Soffena
Architettura Badia a Soffena
Architettura Badia a Soffena
Chiostro Abbazia di Soffena
Chiostro Badia a Soffena
Badia a Soffena
Mariotto di Cristofano
Liberato da Rieti
Affreschi Badia a Soffena
Affreschi Badia a Soffena
Cristo in Pietà a Soffena
Annunciazione Lo Scheggia
Paolo Schiavo
San Giovanni Gualberto
 
L’ABBAZIA DI SOFFENA, mille anni di storia in Valdarno

La Badia di San Salvatore a Soffena è posta appena fuori dalle mura che cingono Castelfranco di Sopra, una della Terre Nuove che la Repubblica Fiorentina fondò alla fine del XIII secolo in Valdarno. L’abbazia di Soffena si trova prima del paese arrivando da Loro Ciuffenna, a pochi metri dalla Strada Setteponti, sulla sinistra di questa.
Se non fosse per il suo campanile che si nota ben prima di arrivare a Castelfranco, il complesso abbaziale, costituito dalla chiesa, il monastero e un grande chiostro centrale, si nota ben poco perché nascosto da olivi ed altre piante.
Badia a Soffena è citata per la prima volta in un documento del 1014. Con bolla papale di Urbano II nel 1090 passò sotto la giurisdizione del Monastero di Vallombrosa.
Sotto quest’ordine l’abbazia fu soggetta a continue ristrutturazioni fino alla ricostruzione, a fine ‘300, praticamente completa della chiesa con pianta a croce latina nelle forme e dimensioni che si presenta oggi. Questo rifacimento è testimoniato visivamente da certi elementi in stile gotico presenti nell’architettura dell’edificio. Elementi che non potevano essere giustificati in una struttura dell’XI secolo.
Per Badia a Soffena la prima metà del Quattrocento rappresenta un periodo di lustro e splendore in quanto l’interno della nuova chiesa fu completamente intonacato e coperto di affreschi eseguiti da pittori di “buone mani”, valdarnesi e non. Di diverso tono sarà invece il Seicento, periodo di decadenza per il monastero che culmina a fine secolo quando, ormai abbandonato dagli ultimi monaci, viene ceduto per un utilizzo agricolo. Con questo passaggio di proprietà inizia un periodo di danni continui alla struttura dell’ex abbazia. Le pareti affrescate della chiesa furono martellate per sostituire il vecchio intonaco. Per fortuna certe parti più solide di questo subirono il danno delle martellate, ma non cascarono. Poterono quindi salvarsi, anche se più o meno danneggiati, parte degli affreschi che furono comunque coperti dal nuovo intonaco.

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Il Valdarno della Cassia Vetus by Alessandro Ferrini
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