LIERNA E MOGGIONA. Piccoli borghi

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Lierna

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36 immagini in sequenza con didascalia per un viaggio virtuale nei borghi di Lierna e Moggiona

  • Lierna di Poppi, panorama
  • Chiesa di Lierna
  • Castello di Lierna
  • Castello di Lierna, particolari
  • Castello di Lierna
  • Chiesa di Lierna, interno
  • Pietro Sorri, Deposizione di Cristo
  • Francesco Curradi, Sacrificio d’Isacco
  • Giovanni Bizzelli, Martirio di Sant’Agata
  • Architettura di Lierna
  • Architettura di Lierna
  • Lierna, abside della chiesa
  • Architettura di Lierna
  • Chiesa di Agna
  • Chiesa di Agna, monofora
  • Chiesa di Agna, arte
  • Moggiona
  • Moggiona, paesaggio primaverile
  • Moggiona, paesaggio invernale
  • Moggiona, fonte del paese
  • Moggiona, il borgo del paese
  • Moggiona, mostra sulla guerra
  • Moggiona, mostra sulla guerra
  • Moggiona, mostra sulla guerra
  • Moggiona, il campanile
  • Moggiona, la chiesa
  • Simone Ferri, Visitazione della Vergine
  • Moggiona, architettura del paese
  • Bottega del Bigonaio, Moggiona
  • Percorso del lupo
  • Percorso del lupo
  • Percorso del lupo
  • Tana del lupo
  • Percorso del lupo
  • Percorso del lupo
  • Percorso del lupo

Lierna, un castello medievale sul torrente Sova

Lierna e Moggiona sono due piacevoli borghi situati nel territorio comunale di Poppi. La loro storia inizia per entrambi nel XII secolo, ma per motivi ben diversi: il primo fu un castello dei Guidi, il secondo fu un abitato di persone dedite al lavoro del bosco per conto dei monaci camaldolesi e rimase legato alla Contea di Camaldoli fino al 1776. Lierna è a poca distanza dall’inizio del Parco Nazionale, Moggiona è il primo paese di quest’area naturale protetta per chi vi arriva da Poppi. Entrambi questi luoghi possono essere inseriti in un itinerario che ci porta a Camaldoli. In questo percorso, con una deviazione di qualche centinaio di metri, è possibile vedere anche la deliziosa e antica chiesa di Agna, un esempio di architettura romanica minore in Casentino.
Sulla strada che da Ponte a Poppi porta a Soci, un bivio a sinistra conduce a Lierna. Da qui, poi, utilizzando la Strada del Corniolino, si può salire velocemente all’Eremo e Monastero di Camaldoli. Questo piccolo borgo fu un castello a guardia del sottostante torrente Sova che nel XII secolo figura Lierna, la chiesasotto il dominio dei Guidi. Potere che nel secolo successivo l’Imperatore Federico II conferma a questa potente casata. In seguito Lierna passò sotto il dominio dei Guidi del ramo di Romena. A questi rimase fino al 1367 quando il Conte Brandino, proprietario del Castello di Romena, vendette tutto alla Repubblica Fiorentina.
Oggi sono ancora visibili alcune parti dell’antico maniero, ma non è questo il motivo principale per cui Lierna merita una visita. Innanzi tutto prima di giungere al paese avremo begli scorci panoramici sul fondovalle casentinese e sul massiccio del Pratomagno. Lierna ci accoglierà con la sua parte più moderna, comunque gradevole. Conviene lasciare l’auto in questa zona e fare con calma qualche centinaio di metri per goderci le semplici ma interessanti peculiarità architettoniche di questo borgo. Sarà certamente la chiesa, data la sua posizione in cima a una scalinata, a colpire per prima la nostra attenzione. Questa, dedicata a San Michele Arcangelo, ha origini antiche. Nel corso dei secoli è stata oggetto di varie riedificazioni. Relativamente moderno è invece il suo orientamento, invertito rispetto all’origine. Chiaramente moderna è anche la scalinata. Oltrepassata la chiesa, è interessante osservare la sua abside (una volta qui c’era la facciata) incastrata tra altri edifici. Piacevole è il borgo che continua oltre la chiesa, per com’è ordinato e per come sono curate le abitazioni che lo fiancheggiano. Gli edifici posti più in alto nel paese sono un rifacimento del castello. In certi punti sono ancora visibili porzioni di mura dell’antico cassero.
Tornando alla chiesa, questa è interessante, non solo per la sua piacevole architettura e la sua posizione rialzata, ma anche per la pregevole arte che è conservata nel suo semplice interno a unica aula. In particolare sono da citare tre oli su tela. Il primo, attribuito al senese Pietro Sorri e databile tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo, ci mostra la Deposizione di Cristo. Nel secondo, riferibile ai primi anni Quaranta del Seicento, il fiorentino Giovanni Bizzelli rappresenta il Martirio di Sant’Agata. La terza opera, realizzata negli anni Quaranta del XVII secolo ancora di un fiorentino, Francesco Curradi, mostra il Sacrificio d’Isacco.

Moggiona, un borgo all’inizio del Parco Nazionale

Moggiona Sulla strada che da Ponte a Poppi conduce a Camaldoli, dopo nove chilometri, a 700 metri di quota, troviamo Moggiona. È il primo paese, per chi proviene da questa direzione, all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna.
Il luogo è già citato alla fine del X secolo come appartenente alla Canonica di Arezzo. Nel 1130 passò sotto la giurisdizione di Camaldoli e questa situazione rimarrà tale anche con il dominio della Repubblica Fiorentina, prima, e del Granducato di Toscana, poi. Solo con lo scioglimento della Contea di Camaldoli, 1776, l’amministrazione del luogo passerà a Firenze. Per oltre sei secoli, quindi, la storia e l’economia di Moggiona furono legate a Camaldoli. L’abitato fungeva da punto di controllo per coloro che si recavano al luogo monastico e gli abitanti furono una sorta di dipendenti dei monaci camaldolesi. Per loro tagliavano i boschi, piantavano abeti, lavoravano il legno. La fine della Contea di Camaldoli significò per Moggiona fine del lavoro, ossia, grande povertà. Le persone cominciarono così a “mettersi in proprio” e divennero specialisti nella costruzione dei bigoni, come sono chiamate nel gergo locale le bigonce, quei contenitori per il trasporto dell’uva in tempo di vendemmia. I clienti degli artigiani erano il piccolo contadino locale così come le fattorie del Chianti. Questo portò i bigonai di Moggiona a diventare produttori anche di barili e molti altri oggetti che servivano nella produzione del vino. Per quasi due secoli tale attività è stata il motore economico del paese. Da questa tradizione è sorta, su iniziativa della locale pro loco, la “Bottega del Bigonaio”, una mostra dei prodotti che venivano realizzati e degli utensili che servivano a questo scopo.
Moggiona ha una pagina di storia molto triste. Si riferisce al secondo conflitto mondiale quando fu teatro incolpevole e indifeso di un atroce eccidio nazista. Il 7 settembre del 1944 furono qui fucilate diciotto persone, tra queste, bambini, donne e anziani.Moggiona, Bottega del Bigonaio In memoria di questo tragico evento e di altre storie belliche che coinvolsero il paese, a Moggiona si trova la “Mostra sulla Guerra e la Resistenza in Casentino”. Vi è esposto materiale bellico e documenti originali.
Del suo antico passato Moggiona ha poco o niente da mostrare. L’edificio più interessante è la chiesa dedicata ai Santi Jacopo e Cristoforo. Il suo interno, a unica aula, è gradevole. Pregevole è la sua pala d’altare. Un olio su tela attribuito al pittore di Poggibonsi Simone Ferri. Databile ultimo decennio del XVI secolo, mostra la Visitazione della Vergine a Elisabetta con i Santi Romualdo e Benedetto, in onore a Camaldoli, Jacopo e Cristoforo, titolari della chiesa.
Come già detto, Moggiona si trova dentro il Parco delle Foreste Casentinesi. Il paese è quindi un buon punto di partenza per escursioni e passeggiate all’interno di questo verde polmone sull’appennino tosco romagnolo. Piacevole e interessante in questo piccolo borgo è “il Percorso del Lupo”, un itinerario organizzato dalla pro loco e dall’Ente Parco Nazionale adatto agli interessi di bambini, ragazzi e adulti che si snoda dentro il paese e nel vicino “Bosco di Tega”. Pannelli illustrativi posti lungo il percorso ci raccontano vita e abitudini del Re delle Foreste Casentinesi.



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