IL TERRITORIO DEL COMUNE DI POPPI

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Comune di Poppi

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Il territorio comunale di Poppi

Chiesa di Badia Prataglia, la criptaIl borgo medievale di Poppi, posto sull’apice di un colle che si erge accanto alla sponda destra dell’Arno, è considerato il gioiello architettonico del Casentino. Il suo castello è il simbolo non solo del paese ma di tutta la valle. Poppi significa anche un territorio comunale che racchiude tantissimi interessi: naturalistici, storici, religiosi, architettonici, artistici. Un’area che dal crinale appenninico tosco romagnolo scende al fondovalle e risale sulle pendici del Pratomagno arrivando non lontano dai celebri prati di questo grande massiccio che divide il Casentino dal Valdarno.
La parte del territorio del Comune di Poppi posta nella zona più alta dell’appennino si trova all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. Proprio da questa fascia montana, che si estende dal Passo dei Mandrioli fin quasi a Poggio Scali, inizia il viaggio proposto da questa sezione web. In questo territorio posto oltre i settecento metri di quota si trova Camaldoli, un luogo monastico fondato da San Romualdo nel secondo decennio dell’XI secolo. Questo si divide in Sacro Eremo, a 1100 metri di altitudine, e Monastero, a 800 metri. Camaldoli oltre a essere un luogo di fede posto tra stupende foreste di cui i monaci furono i creatori e i curatori fin dalla seconda metà del secolo XI è anche un luogo d’arte e di alto valore storico. L’architettura presente abbraccia un periodo che va dal romanico a quella barocca. Tutto questo ha contribuito a dare a Camaldoli una notorietà che va bel oltre i confini locali.
La zona di crinale appenninico posta sopra l’Eremo di Camaldoli è nota come Giogana (nel V Canto del Purgatorio – verso 116 - Dante la chiama “gran gioco”). Qui si trova il bellissimo percorso di crinale GEA 00 che in circa tre ore ci conduce fino al Passo alla Calla passando dal panoramico Poggio Scali.
Non lontano da Camaldoli si trova Badia Prataglia, lungo la strada del Passo dei Mandrioli che conduce in Romagna. Questa località si può raggiungere anche tramite una strada che parte dal Sacro EremoMoggiona, nel Parco Nazionale e attraversa la foresta (chiusa nel periodo invernale). Il nome di questo paese ha origine da un’abbazia che fu fondata negli ultimi anni del X secolo in una zona montana dove vi erano grandi prati. Inizialmente questo luogo monastico ebbe molta importanza, ma nell’arco di qualche secolo dovette assoggettarsi ai vicini e più potenti monaci camaldolesi che trasformarono i prati in boschi. Dell’originaria Abbazia di Prataglia oggi rimane la chiesa, completamente ricostruita nel XIV secolo e poi più volte restaurata. Molto interessante è la sua cripta di stile romanico con dei capitelli ancora più antichi recuperati da qualche altro luogo. Oggi Badia Prataglia è un’accogliente stazione climatica che iniziò a svilupparsi a fine Ottocento dopo l’apertura del Passo dei Mandrioli.
Scendendo da Camaldoli verso Poppi incontriamo Moggiona. La storia antica di questo piccolo abitato è legata a Camaldoli. In pratica gli abitanti del luogo erano una sorta di operai dei monaci nel lavoro di taglio del bosco e successivo rimboschimento. Nel 1776, con lo scioglimento della Contea di Camaldoli da parte del Granducato di Toscana, i moggionesi si trovarono senza lavoro ed entrarono in una profonda povertà da cui uscirono molto lentamente iniziando a realizzare bigonce (in gergo locale bigoni), quei contenitori in legno per il trasporto dell’uva durante la vendemmia. Questo mestiere ha sostenuto l’economia del paese fino agli anni Sessanta del XX secolo. Per questo motivo a Moggiona è stato realizzata “la Bottega del Bigonaio”, una sorta di piccolo museo dove si possono vedere vari tipi di bigonce, altri oggetti sempre attinenti alla lavorazione dell’uva e gli utensili atti alla realizzazione di questi. Moggiona è tristemente nota anche per un eccidio nazi fascista avvenuto il 7 settembre 1944. Questo tragico evento è stato lo spunto per realizzare in paese la Mostra sulla Guerra e Resistenza in Casentino. Da visitare è la chiesa dedicata ai Santi Jacopo e Cristoforo. Vi è conservata una tela di fine Cinquecento di Simone Ferri che mostra la Visitazione della Vergine Maria a Sant’Elisabetta con i Santi Benedetto e Romualdo, in onore a Camaldoli, e Jacopo e Cristoforo, titolari della chiesa.
Ripresa la strada verso Poppi, poco prima dell’abitato di Avena, una deviazione Lierna, un castello su torrente Sova a destra ci porta in qualche centinaio di metri alla graziosa Chiesa di Agna dedicata a San Bartolomeo e posta in aperta campagna. Le sue origini sono molto antiche. La troviamo citata nella carte di Camaldoli ai cui eremiti fu donata nel 1037.
Ad Avena una strada a sinistra conduce in un paio di chilometri a Lierna. Questo piccolo borgo ha avuto origine da un castello a guardia della valle del torrente Sova che nel XII secolo figura sotto la giurisdizione dei Guidi. Resti del cassero sono visibili nel palazzo che ha preso il suo posto. L’abitato si presenta molto curato, piacevole è la sua chiesa dedicata a San Michele Arcangelo posta in cima a una scalinata. Al suo interno sono conservate pregevoli opere d’arte: una Deposizione di Cristo del senese Pietro Sorri, fine XVI secolo; il Sacrificio d’Isacco del fiorentino Francesco Curradi, anni Quaranta del XVII secolo; e sempre dello stesso periodo, il Martirio di Sant’Agata, ancora di un fiorentino, Francesco Curradi.
Giunti a Ponte a Poppi, prendendo la Strada Regionale 70 in direzione sud (Bibbiena) dopo due chilometri una deviazione a sinistra ci conduce e vicino abitato di Memmenano. Nella sua chiesa dedicata a San Matteo possiamo vedere una terracotta invetriata che ci mostra la Pentecoste. Fu realizzata nei primi anni del XVI secolo da Andrea della Robbia e Luca della Robbia il Giovane. Se invece sulla Strada Reginale ci dirigiamo verso nord (Pratovecchio Stia), dopo un paio di chilometri giungiamo a Porrena. Nella chiesa nuova del luogo dedicata a Santa Maria Assunta è conservata un’altra terracotta invetriata. Ne è autore Santi Buglioni che la realizzò nel terzo decennio del XVI secolo. L’opera mostra la Madonna della Cintola con San Tommaso e San Girolamo.
Portandoci a ovest del colle di Poppi, da dove abbiamo la vista più interessante del borgo, troviamo un quadrivio. Salendo verso il centro storico del paese, ma poi deviando verso Ortignano, potremo andare a visitare la Pieve di Santa Maria a Buiano. La chiesa che risulta documentata fin dai primi anni dell’XI secolo è inserita in un cotesto agricolo. Aveva tre navate e le sue dimensione erano molto grandi. Oggi rimane solo una metà della navata centrale. L’abside mantiene ancora la forma originale. Dal centro del suo pavimento è possibile scendere nella sua interessante e affascinate cripta.
Quota, un borgo sul Pratomagno Tornati al quadrivio e dirigendosi in direzione opposta raggiungeremo Strumi. Qui sorse un’abbazia attorno al 980. Questa ebbe vita breve perché i Guidi al momento della costruzione del loro sontuoso palazzo di Poppi (XIII secolo) vollero che il complesso monastico si trasferisse dentro le mura del castello (l’attuale Badia San fedele). Da Strumi possiamo raggiungere velocemente altri abitati, di cui il più interessante è certamente Quorle.
Dal quadrivio una strada sale verso le pendici del Pratomagno e in circa sette chilometri ci porta a Quota , a 700 metri di altezza. Il piccolo borgo si presente molto ordinato. Il suo interno è caratterizzato da un piacevole intreccio di vicoli. Il paese ha avuto origine dal Castello di Coita, costruito dai Guidi alla fine del XII secolo per la vista che offriva: dalla valle del torrente Teggina fino a Bibbiena. In precedenza altri si erano resi conto dell’importante posizione strategica di questo luogo. Infatti, il castello medievale fu edificato attorno a una torre costruita dai goti a cui nel VII secolo subentrarono i longobardi.



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