MONTERCHI

in Valtiberina, la terra di Piero Della Francesca, la prima bagnata dal Tevere

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Monterchi, un castello dei Tarlati sul Monte di Ercole

Monterchi: la rocca Monterchi è posto su un piccolo colle da cui si domina il territorio circostante per lo più costituito da un bel contesto agricolo. È proprio quest’altura a dare il nome al paese, infatti era detta fin dall’antichità Mons Herculis (Monte di Ercole), da qui Monterchi. È inevitabile che in una posizione strategica come questa in epoca medievale non fosse sorto un castello che appartenne ai Tarlati di Pietramala fino al 1440, anno della Battaglia di Anghiari (poco distante da qui) tra fiorentini e milanesi che decretò la supremazia di Firenze in questa zona. Per la città toscana non fu facile mantenere il dominio su questa roccaforte ambita anche dallo Stato Pontificio che aveva il suo confine non lontano da qui. La zona è tellurica (come tutta la Valtiberina) e Monterchi nel corso dei secoli è stata interessata da vari terremoti. Nel 1917 ve ne fu uno di particolare intensità che distrusse gran parte degli edifici di origine medievale del paese, tuttavia testimonianze architettoniche dell’antico castello, come i resti della cinta muraria, sono ancora presenti.
La parte più vecchia di Monterchi mostra piacevoli punti come un bel camminamento al coperto che porta il nome di Via De’ Medici. All’interno delle mura vi erano varie chiese che andarono distrutte con il devastante terremoto del 1917. Oggi ne rimane una, quella dedicata a San Simeone le cui origini risalgono a primi decenni del Duecento. Nei secoli è stata oggetto di molteplici rifacimenti e restauri. Quella attuale è il risultato di una riedificazione pressoché completa realizzata tra il 1830 e il 1832 e successivi restauri per i danni causati dal terremoto sopra citato. La grande torre campanaria accanto alla facciata chiusa superiormente da un timpano è stata ultimata solo nel 1960. All’interno sono da segnalare due opere in particolare: una Presentazione di Gesù al tempio di Durante Alberti, pittore di Sansepolcro operante a cavallo tra il XVI e XVII secolo, e un affresco staccato raffigurante la Vergine con Bambino proveniente dalla vicina chiesa di Santa Maria di Momentana, oggi cappella del cimitero.
Il punto più alto del paese è rappresentato da La Rocca contraddistinto da una torre con orologio. Accanto Monterchi: la Madonna del Partoa questa si trova un terrazzo che offre un bel panorama sulla verde campagna circostante.
A Monterchi è presente una mostra che desta molta curiosità: il Museo delle Bilance. Circa centocinquanta di questi oggetti, delle più svariate tipologie e realizzati nell’arco di diversi secoli, sono presenti in questa esposizione. Il museo si trova all’interno di Palazzo Massi, edificio rinascimentale la cui facciata si presenta particolarmente elegante per la decorazione a bugnato del portale e delle tre finestre sovrastanti.
La notorietà di Monterchi è molto legata alla Madonna del Parto, un affresco realizzato in data imprecisata (tra il 1455 e il 1465) da Piero Della Francesca per la Chiesa di Santa Maria di Momentana, poco fuori dal paese. L’artista di Sansepolcro realizzò questa raffinata opera per onorare la madre, Romana di Pierino, originaria di questo paese. Dal 1992 il dipinto si trova esposto in un museo appositamente realizzato nei locali di un’ex scuola poco fuori le mura del paese.
Proprio di fronte al museo della Madonna del Parto si trova un antico edificio religioso. Secondo la tradizione la struttura ebbe origine prima del Mille come ospizio per viandanti e pellegrini. Agli inizi dell’XI secolo fu donato a San Romualdo, fondatore di Camaldoli, e quindi passo alle Monache Camaldolesi. La storia certa di questo edificio e relativa chiesa dedicata a San Benedetto (figura di riferimento per l’Ordine Camaldolese) inizia con una sua citazione in un documento del 1525. A metà XVII secolo il monastero fu completamente ricostruito. Nel 1840 la chiesa fu oggetto di una consistente ristrutturazione che vide l’aggiunta della tettoia sopra l’ingresso.
Appena oltre l’ex monastero, una deviazione a destra porta alla vicina Chiesa di San Michele Arcangelo a Padonchia già citata in un documento del 1230. Come Monterchi, fu sotto il patronato del Tarlati fino al 1440 quando passò sotto la Repubblica Fiorentina. Nella sua architettura sono presenti elementi di chiaro stile gotico.
Interessanti gliMonterchi: passaggio nelle antiche mura affreschi presenti al suo interno databili tra la prima metà del Quattrocento e gli inizi del secolo successivo. Tra le figure rappresentate non poteva mancare un San Michele titolare della chiesa, tra il ciclo di affreschi più antichi una pregevole Madonna con Bambino.
Poco distante dal paese si trova l’abitato di Ville di Monterchi. Qui possiamo vedere la Chiesa di Sant’Apollinare databile XII secolo di chiaro stile romanico. Molto interessante è la sua abside ancora originale poggiante direttamente sulla roccia. Certamente particolare è il grande campanile a vela del XVIII secolo costruito sopra l’abside.
Dal punto di vista storico è interessante notare che questa chiesa è dedicata a Sant’Apollinare, figura di riferimento per i bizantini. La vicina chiesa di Padonchia, descritta sopra, è dedicata a San Michele Arcangelo, il santo dei longobardi. Segno evidente che in epoca altomedievale il territorio su sotto l’influenza di entrambe queste culture. È opportuno ricordare che a Ville di Monterchi ogni anno si mette in scena un grande e suggestivo presepe vivente che va a occupare un intero colle adiacente al paese.



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