Quota

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  • Valle del Teggina
  • Quota
  • Quota, la piazza
  • Panorami da Quota
  • Quota, aspetti architettonici
  • Quota, aspetti architettonici
  • Quota, aspetti architettonici
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  • Chiesa di Quota
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  • Architettura Chiesa di Quota
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  • Chiesa di Quota, abside
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  • Panorami da Quota
  • Quota, aspetti architettonici
  • Quota, aspetti architettonici
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  • Itinerari a Quota
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  • Chiesa di Sant'Angelo, monofora
  • Chiesa di Sant'Angelo, portale
  • Passeggiata Quota Raggiolo
  • Ponte dell'Usciolino

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Quota, il borgo della chiesaQuota è un paese nel Comune di Poppi a 680 metri di altitudine. Distante sei chilometri dal capoluogo è posto sulle pendici orientali del Pratomagno. In prossimità del borgo, lungo l’unica strada carrabile che vi arriva dal fondovalle casentinese (che unifica le due provenienti da Poppi e da Ortignano), possiamo godere di una sua vista panoramica incorniciata dalle piante che ci fa ben capire come il paese sia posto sul monte e quale architettura andremo a visitare. Quota, in origine Coita, nasce nel XVI e XVII secolo sui resti di un castello medievale. Questo percorso edificativo che troviamo anche in altri borghi presenti sulle pendici del Pratomagno sia casentinesi che valdarnesi da origine ad architetture molto simili tra loro. Al momento dell’edificazione del paese c’era infatti l’esigenza di costruire il maggior numero di case possibili in uno spazio “assegnato”, che poi era quello delimitato dalle mura del castello. Ne scaturiscono centri dai borghi strettissimi, spesso ripidi e contorti, ma che andavano benissimo per l’epoca quando dovevano essere percorsi solo a piedi o al massimo con qualche animale da soma. Non c’erano esigenze di fognature, di cavi per l’energia elettrica o del telefono. Un’architettura lontana dai moderni canoni di funzionalità, ma di grande fascino e piacevolezza per chi vi si addentra.
Come detto sopra Quota nasce sul medievale Castello di Coita iniziato a edificare alla fine del XII secolo dai Conti Guidi insieme ad altri in questa zona allo scopo di poter fronteggiare i Conti Vescovi aretini che raggiungevano con i loro domini la montagna di fronte oltre il Torrente Teggina. Castelli quindi a controllo di una sorta di linea gotica e del passaggio di coloro che attraversavano il Pratomagno per raggiungere altri luoghi sul versante valdarnese della montagna, anche questi in buona parte di proprietà dei Guidi, ma generalmente affidati ad altre nobili e potenti famiglie di questa valle. A differenza del vicinissimo Castello di Raggiolo che prima di essere sottomesso alla Repubblica Fiorentina attorno alla metà del XIV secolo passò dai Guidi agli Ubertini e poi ai Tarlati, il Castello di Coita rimase sempre di proprietà della stessa casata fino al dominio fiorentino.
QuotaA sua volta il castello era stato costruito intorno a un’alta torre preesistente da cinque/seicento anni. Una torre di controllo sul territorio edificata dai goti a cui nel VII secolo subentrarono i longobardi. Seicento anni prima dei Guidi, quindi, altri avevano individuato qui un punto strategico per il controllo di un vasto territorio. Questa torre che diverrà quella del castello medievale è la chiara testimonianza di un insediamento barbarico in questa zona. Ecco quindi spiegata automaticamente la presenza nei pressi di Quota di una chiesa (oggi rudere) dedicata a Sant’Angelo (che è l’abbreviazione di San Michele Arcangelo) che era il santo maggiormente venerato dai popoli barbari del nord Europa. I ruderi di questa chiesa si trovano lungo l’antico percorso che da Quota conduce al vicino borgo di Raggiolo e attraversa il Torrente Teggina per mezzo del medievale Ponte dell’Usciolino.
Del suo fortificato passato oggi Quota non ci mostra quasi niente. Le testimonianze sono nei documenti il più antico dei quali risale al 1191. Il borgo rinasce nel XVI e XVII secolo in quella che oggi vediamo come la sua parte architettonica più Quotacaratteristica. Le mura dell’antico castello furono una comoda cava di pietra per l’edificazione delle nuove case diverse delle quali sono prive di fondamenta perché poggianti sul grande sperone roccioso presente in questo punto del monte o sulla base delle mura del castello. Lo spazio che una volta era occupato dal castello era poco, così in seguito altre abitazioni furono costruite fuori dal perimetro di questo.
Il motivo principale per cui Quota merita una visita è senza dubbio la sua architettura con borghi e vicoli perfettamente lastricati e ordinati che s’intrecciano in un continuo saliscendi. Le immagini di questa sezione daranno un’idea chiara di cosa Quota potrà mostrare al visitatore. Il borgo si trova lungo la strada più conosciuta e transitata (anche perché asfaltata) che dal Casentino porta in Pratomagno. Il paese vale veramente una sosta per chi va o torna dalla cima di questa affascinate montagna. Una sosta che può essere anche motivo per una merenda a base di prodotti tipici del posto presso “Paneolio”, l’unica bottega del luogo.

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