Raggiolo
in Casentino, una bella valle Toscana che puoi conoscere in ogni suo dettaglio con questo sito

Testi e foto di Alessandro Ferrini ©
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Sul Pratomagno uno dei Borghi più Belli d'Italia: Raggiolo
Raggiolo, tra i borghi posti sulle pendici casentinesi del Pratomagno, è certamente quello dalle origini più antiche e dalla storia più intrigata. Lo si raggiunge facilmente da Bibbiena in circa quindici minuti d'auto e dopo aver attraversato il ponte sull'Arno ci rendiamo conto in quale zona del Casentino ci stiamo addentrando. La strada scorre all'inizio in un ambiente collinare, costeggiata da appezzamenti di terreno agricolo che ci regalano una grande mutevolezza di colori nel corso delle stagioni. Poi, dopo il paese di Ortignano, inizia a salire in modo più deciso e s'incanala nella valle del torrente Teggina, ai campi si vanno a sostituire i boschi, in prevalenza di querce e castagno. Ancora qualche chilometro e quasi improvviso, posto sulle pendici di un monte, ci appare il paese di Raggiolo.
Le origini del luogo risalgono al VII secolo quando i Longobardi qui fondarono un loro insediamento. Nel 967 l'Imperatore Ottone I di Germania, nell'intento di dare ordine a un territorio italiano divenuto in quel periodo molto "anarchico", concesse questo luogo in feudo a Goffredo di Ildebrando che ne fece un castello. (Nello stesso periodo Ottone I aveva voluto la fondazione della vicina Abbazia di Santa Trinita). Ma la storia più conosciuta e al tempo stesso intrigata di Raggiolo inizia nel XIII secolo quando il castello di Raggiolo diviene proprietà dei Conti Guidi. Il Conte Guido Novello II fece qui costruire il suo palazzo (i resti del quale si distinguono nella facciata dell'attuale chiesa) dove abitò nei primi due decenni del XIV secolo facendo di Raggiolo un castello molto ben fortificato e armato. Dopo Guido Novello Raggiolo appartenne per qualche anno agli Ubertini di Chitignano, ma nel 1325 il vescovo di Arezzo Guido Tarlati lo assegnò a suo fratello Pier Saccone e al figlio Marco.
La vittoria fiorentina nella Battaglia di Campaldino del 1289 aveva lasciato le sue conseguenze e la forza politica militare di Firenze in Casentino andava a farsi sempre più forte. Così a metà XIV secolo il Castello di Raggiolo si sottomise alla Repubblica Fiorentina e insieme ai Castelli di Uzzano, Ortignano, Civitella e Giogalto andarono a formare quella che fu chiamata "Valle Fiorentina". Si aprì per Raggiolo, così come per altri luoghi del Casentino, un periodo molto travagliato. Se da una parte accettavano volentieri la protezione di Firenze, allo stesso tempo rivendicavano la loro autonomia. Questa situazione generava conflitti non solo con la città toscana, ma anche tra gli abitanti di questi luoghi, chi favorevoli, chi no alla sottomissione a Firenze. Per Raggiolo a metter fine a questa situazione provvede Niccolò Piccinino nel 1440, un capitano di ventura al servizio di Filippo Maria Visconti, Duca di Milano, che per far danno ai fiorentini distrusse completamente e incendiò il castello uccidendo la maggior parte degli abitanti.
Il Castello non fu più ricostruito, il paese rinacque lentamente nel corso del XVI e XVII secolo, un borgo molto grande come si può vedere se si ha voglia di visitare i suoi vicoli che s'inerpicano sul monte su cui Raggiolo posa. Le abitazioni sono spesso prive di fondamenta perché poggiano direttamente sulla roccia. Le testimonianze dell'antico castello sono pochissime, se ne distinguono sulla facciata della chiesa costruita sul palazzo del Conte Guidi Novello e, vicino a questa, su un muro dove si trova una bella fonte del paese.
Dalla sua rinascita a pochi anni dopo il secondo dopo guerra il paese ha tratto ricchezza dalle risorse dall'ambiente naturale che tutt'oggi lo circonda: il legnane dei boschi, le castagne e la farina da queste ricavata, i prodotti derivanti dalla pastorizia e da altri tipi di allevamento. Per questa sua economia del passato il borgo è giustamente sede dell'Ecomuseo della Castagna del Casentino che ci può mostrare un molino, un seccatoio, la "stanza del tempo", un locale dove si possono ammirare tanti oggetti che una volta accompagnavano la vita quotidiana in questo luogo.
Raggiolo si presenta ordinatissimo, i borghi e i vicoli sono perfettamente lastricati, le case sono completamente ristrutturate. Nella bella stagione fiori dai mille colori ornano balconi e finestre. Questo è la prova di quanto i pochi abitanti stabili, ma i tantissimi villeggianti che riempiono il borgo nei mesi estivi tengano a questo luogo. Da diversi punti del paese si presenta un bel panorama sul fondovalle casentinese incorniciato dai due monti che formano la valle del torrente Teggina, all'orizzonte di questo panorama sta l'inconfondibile Monte della Verna.
La Chiesa di Raggiolo, dedicata a San Michele Arcangelo, testimonia nella sua facciata il passato medievale del luogo, l'interno mostra un'interessante architettura a tre navate, vi sono conservate pregevoli opere d'arte che possiamo vedere nel dettaglio nelle foto di corredo a questa pagina.
Raggiolo può essere il punto di partenza di belle passeggiate. Abbastanza impegnative che ci fanno salire fino al crinale del Pratomagno, molto più leggere che si mantengono nei pressi del paese. Interessante è un percosso che parte dal Ponte dell'Usciolino sul Teggina e in circa un'ora ci porta al vicino borgo di Quota.
"La Brigata di Raggiolo" è il nome della locale pro loco. Grazie a questa associazione il borgo è fervido di interessanti attività culturali, folkloristiche e di promozione del territorio che si tengono durante l'intero anno. In particolare sono da ricordare "I colloqui di Raggiolo", un appuntamento annuale dove studiosi di vario tipo si ritrovano in questo borgo per discutere argomenti attinenti al Pratomagno e la "Festa di Castagnatura", una festa dedicata alla castagna che si tiene generalmente nell'ultimo fine settimana di ottobre.
Per essere al corrente di queste o altre iniziative della Brigata di Raggiolo consultare il sito www.raggiolo.it
Questo luogo sulle pendici del Pratomagno offre innumerevoli motivi che giustificano una visita, non ultimo la tranquillità e la purezza dell'ambiente dove si trova. Se così non fosse non sarebbe inserito tra i "Borghi più belli d'Italia". Scorrendo le pagine di questa sezione con le foto accuratamente descritte avrete un'ulteriore conferma che visitare Raggiolo sarà tempo veramente ben speso.


