La Pieve di Sant'Antonio a Socana

in Casentino, una bella valle Toscana che puoi conoscere in ogni suo dettaglio con questo sito

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UNO STILE BIZANTINO A SOCANA

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Il campanile di Pieve a Socana
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Il campanile della Pieve di Socana si presenta in una forma particolare e certamente inconsueta per la valle del Casentino, ma anche per la terra d'Arezzo. Per circa due terzi, nella parte bassa, ha la forma di una torre cilindrica; la parte superiore, invece, ha sezione esagonale.
Molte ipotesi si sono susseguite riguardo la forma anomala di questo elemento architettonico. Per molto tempo si era supposto che la parte cilindrica del campanile fosse in origine una torre d'avvistamento romana qui presente per l'importanza viaria del luogo. Accantonata quest'ipotesi anche perché gli scavi degli anni Settanta del Novecento non hanno portato alla luce testimonianze della presenza romana in questo sito, si è pensato che la parte cilindrica appartenesse alla chiesa del Mille e la parte esagonale a quella del XII secolo. L'ultima ipotesi che si è fatta strada è che l'intero campanile appartenga alla stessa epoca e sia coevo alla chiesa del XII secolo. L'indizio più significativo che ha portato a questo pensiero è che gli spigoli della parte esagonale coincidono perfettamente con le lesene presenti nella parte cilindrica della torre. Gli studiosi sono concordi nel sostenere che la forma rotonda della torre sia il frutto di uno stile bizantino giunto qui da Ravenna tramite l'importante viabilità che da Socana giungeva fino in Romagna.
Personalmente sono d'accordo che nella costruzione della torre di Socana, chissà in quale periodo, sia stato influente lo stile bizantino. Non c'è bisogno, però, di "disturbare" Ravenna o i viaggiatori che da questa città si spostavano verso il Casentino perché Socana si trova in una zona che fu bizantina, in una striscia di territorio che per decenni vide fronteggiarsi questa civiltà con i longobardi. A qualche chilometro da qui, sulla sponda sinistra dell'Arno, si trova l'abitato di Santa Mama, nome che deriva da San Mamante che fu un santo orientale. A quattro chilometri da Socana, lungo la Strada Provinciale 59 che conduce in Valdarno, si trova Salutio, nome che deriva da Sant'Eluterio, altro santo orientale. Sempre lungo la stessa strada, 5 chilometri dopo Talla, troviamo la località Campovecchio. Qui ci sono i resti di una torre a pianta circolare, sicuramente bizantina. Questo lo conferma una piccola chiesa, a trenta metri dalla torre, dedicata a Sant'Apollinare, la figura di riferimento nella religiosità bizantina. A un chilometro da Campovecchio, in linea d'area, c'è un colle detto della Basèlica, toponimo frequente nelle zone di confine tra bizantini e longobardi. Da Poggio della Baselica, discendendo verso il Valdarno troviamo i ruderi della Pieve di San Quirico, un santo bambino, sempre orientale. Torniamo a Socana. La chiesa è dedicata a Sant'Antonino. La Chiesa Cattolica ricorda tre santi con questo nome. Quello di Socana è il più antico, il patrono di Piacenza perché in questa città fu decapitato nel 303. Quello che a noi interessa di più, però, è che il Sant'Antonino di Socana era orientale, giunse a Piacenza dall'Egitto.

The bell tower of the Pieve di Socana has a particular and certainly unusual shape for the Casentino valley, but also for the Arezzo area. For about two thirds, in the lower part, it has the shape of a cylindrical tower; the upper part, however, has a hexagonal section.
Many hypotheses have followed one another regarding the anomalous shape of this architectural element. For a long time it was supposed that the cylindrical part of the bell tower was originally a Roman watchtower present here due to the importance of the road system of the place. This hypothesis was set aside also because the excavations of the 1970s did not bring to light evidence of the Roman presence on this site. It was therefore thought that the cylindrical part belonged to the church of the year 1000 and the hexagonal part to that of the 12th century. The latest hypothesis that has gained traction is that the entire bell tower belongs to the same era and is contemporary with the 12th century church. The most significant clue that led to this thought is that the edges of the hexagonal part coincide perfectly with the pilasters present in the cylindrical part of the tower. Scholars agree that the round shape of the tower is the result of a Byzantine style that arrived here from Ravenna via the important road that from Socana reached Romagna.
Personally, I agree that the Byzantine style was influential in the construction of the Socana tower, who knows in what period. There is no need, however, to "disturb" Ravenna or the travellers who moved from this city towards Casentino because Socana is located in an area that was Byzantine, in a strip of territory that for decades saw this civilisation clash with the Lombards. A few kilometres from here, on the left bank of the Arno, is the town of Santa Mama, a name that derives from San Mamante who was an oriental saint. Four kilometres from Socana, along the Provincial Road 59 that leads to Valdarno, is Salutio, a name that derives from Sant'Eluterio, another oriental saint. Still along the same road, 5 kilometres after Talla, we find the town of Campovecchio. Here there are the remains of a circular tower, certainly Byzantine. This is confirmed by a small church, thirty meters from the tower, dedicated to Sant'Apollinare, the reference figure in Byzantine religiosity. One kilometer from Campovecchio, as the crow flies, there is a hill called della Basèlica, a frequent toponym in the border areas between the Byzantines and the Lombards. From Poggio della Baselica, descending towards the Valdarno we find the ruins of the Pieve di San Quirico, a child saint, also oriental. Let's go back to Socana. The church is dedicated to Sant'Antonino. The Catholic Church remembers three saints with this name. The one from Socana is the oldest, the patron saint of Piacenza because he was beheaded in this city in 303. What interests us most, however, is that the Sant'Antonino of Socana was oriental, he came to Piacenza from Egypt.



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