La Pieve di Sant'Antonio a Socana

in Casentino, una bella valle Toscana che puoi conoscere in ogni suo dettaglio con questo sito

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LUNGO LA VIA MAIOR, O STRADA DELLE PIEVI

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Ancora una vista della Pieve di Socana, della sua abside e del suo particolare campanile da una finestra tra le foglie e i tralci di una vite.
Prima di descrivere Socana sotto l'aspetto architettonico archeologico, è importante inquadrare il luogo da un punto di vista storico logistico.
Buriano (toponimo romano), nei pressi di Arezzo, fin da epoca etrusca fu l'inizio di due strade che si dirigevano in Casentino e in Valdano scorrendo lungo le pendici est ed ovest del Massiccio del Pratomagno. In epoca romana la via che si dirigeva in Valdarno fu la Clodia, comunemente conosciuta come Cassia Vetus. Collegava Arezzo e Fiesole. Attorno al Mille, lungo questa strada sorsero importanti chiese: le pievi di San Giustino, Gropina presso Loro Ciuffenna (dove fu presente una chiesa fin dal periodo altomedievale), Santa Maria a Scò, Cascia di Reggello, l'Abbazia di Soffena presso Castelfranco di Sopra. Oggi questa via è ricalcata in linea di massima dalla Strada Setteponti.
Come detto sopra, a Buriano (oggi Ponte Buriano per il grande ponte che vi fu costruito nel XIII secolo) iniziava un'altra strada che si dirigeva verso il Casentino tenendosi lungo la sponda destra dell'Arno. Tale direttrice era detta Via Maior, ribattezzata Via delle Pievi Battesimali dal Prof. Alberto Fatucchi perché lungo di essa furono fondate attorno all'anno Mille le pievi di Sietina, di San Martino Sopr'Arno, di Socana, di Buiano presso Poppi, di San Martino in Terdinula a Castel San Niccolò, di Romena, di Santa Maria a Stia; quest'ultima alla sinistra dell'Arno. Nell'alto casentino questa strada si ramificava per andare a raggiungere il Mugello, la Romagna e Fiesole dove ritrovava la Clodia.
Fin da epoca etrusca-romana Socana fu un luogo di particolare importanza per questa viabilità. Riportano antichi documenti che qui la Via Maior era incrociata dalla Via Abversa, o Via Abaversa; italianizzando, Via Traversa. Cosa attraversava questa strada? Sicuramente la parte bassa della valle del Casentino, ma non è da escludere che attraversasse l'intera penisola italica, dalle coste romagnole a quelle della Maremma. Rimanendo vicino a Socana, la Via Abversa, in direzione nord-est, saliva verso il Monte della Verna (ancora ben lontano da conoscere San Francesco) tenendosi parallela al Torrente Rassina (che darà il nome al paese accanto a Pieve Socana), toponimo importantissimo derivante da Rasenna, o Rasna, il nome utilizzato dagli etruschi per definire sé stessi. Salendo, la strada toccava gli attuali borghi di Taena, Rosina, Sarna, altri toponimi di chiara origine etrusca.
Antichi documenti ci dicono che Badia Santa Trinita in Alpe, sulle pendici sud del Pratomagno, fu fondata lungo la Via Abversa. A conferma di questo, a poca distanza dai ruderi dell'abbazia c'è un piccolo corso d'acqua che nelle mappe antiche, ma anche in quelle attuali, è chiamato Fosso della Via Traversa. Ciò indica in modo abbastanza chiaro quale fosse la direzione della Via Abversa da Socana verso sud-ovest. Poi la strada continuava a salire e attraversava il Pratomagno al Varco di Anciolina da cui scendeva a Gropina presso Loro Ciuffenna. Altro sito etrusco testimoniato dal toponimo e da alcuni reperti trovati a metà del Novecento. Possiamo quindi affermare, con poche possibilità d'errore, che la Via Abversa fu il collegamento diretto, senza passare da Arezzo, tra due siti etruschi, due chiese altomedievali e le pievi romaniche di Gropina e Socana.

Another view of the Pieve di Socana, its apse and its particular bell tower from a window between the leaves and shoots of a vine.
Before describing Socana from an architectural and archaeological perspective, it is important to frame the place from a historical and logistical point of view.
Buriano (a Roman toponym), near Arezzo, was the beginning of two roads that headed towards Casentino and Valdano since the Etruscan era, running along the eastern and western slopes of the Pratomagno Massif. In Roman times, the road that headed towards Valdarno was the Clodia, commonly known as Cassia Vetus. It connected Arezzo and Fiesole. Around the year 1000, important churches arose along this road: the parish churches of San Giustino, Gropina near Loro Ciuffenna (where there was a church since the early Middle Ages), Santa Maria a Scò, Cascia di Reggello, the Abbey of Soffena near Castelfranco di Sopra. Today this road is largely followed by the Strada Setteponti.
As mentioned above, in Buriano (now Ponte Buriano for the large bridge that was built there in the 13th century) another road began that headed towards Casentino, keeping along the right bank of the Arno. This route was called Via Maior, renamed Via delle Pievi Battesimali by Prof. Alberto Fatucchi because along it were founded around the year 1000 the parishes of Sietina, San Martino Sopr'Arno, Socana, Buiano near Poppi, San Martino in Terdinula in Castel San Niccolò, Romena, Santa Maria a Stia; the latter on the left of the Arno. In the upper Casentino this road branched out to reach Mugello, Romagna and Fiesole where it met the Clodia.
Since the Etruscan-Roman era, Socana was a place of particular importance for this road system. Ancient documents report that here the Via Maior was crossed by the Via Abversa, or Via Abaversa; Italianizing, Via Traversa. What did this road cross? Surely the lower part of the Casentino valley, but it cannot be excluded that it crossed the entire Italian peninsula, from the coasts of Romagna to those of Maremma. Remaining near Socana, the Via Abversa, in a north-east direction, climbed towards Monte della Verna (still far from knowing San Francesco) keeping parallel to the Rassina stream (which will give its name to the town next to Pieve Socana), a very important toponym deriving from Rasenna, or Rasna, the name used by the Etruscans to define themselves. Going up, the road touched the current villages of Taena, Rosina, Sarna, other toponyms of clear Etruscan origin.
Ancient documents tell us that Badia Santa Trinita in Alpe, on the southern slopes of Pratomagno, was founded along the Via Abversa. In confirmation of this, a short distance from the ruins of the abbey there is a small stream that in ancient maps, but also in current ones, is called Fosso della Via Traversa. This indicates quite clearly what the direction of the Via Abversa was from Socana towards the south-west. Then the road continued to climb and crossed the Pratomagno at Varco di Anciolina from which it descended to Gropina near Loro Ciuffenna. Another Etruscan site attested by the toponym and by some finds found in the mid-twentieth century. We can therefore affirm, with little possibility of error, that the Via Abversa was the direct connection, without passing through Arezzo, between two Etruscan sites, two early medieval churches and the Romanesque parish churches of Gropina and Socana.



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