Dalla Valle del Solano all’Uomo di Sasso

cultura e natura in un itinerario sul crinale e sulle pendici orientali del Pratomagno

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Uomo di Sasso

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43 immagini in sequenza per conoscere questo itinerario in Pratomagno. Clicca per iniziare l’escursione virtuale

  • Pieve di Strada
  • Capitelli Pieve di Strada
  • Castel San Niccolò
  • Strada in Casentino
  • Molino Grifoni
  • Ponte Sant'Angelo
  • Chiesa di San Michele
  • Pesellino, Madonna con Bambino
  • Cetica, Museo del Carbonaio
  • Bagno di Cetica
  • Mappa Uomo di Sasso in Pratomagno
  • Arrivo sulle panoramica
  • Panoramica del Pratomagno
  • Panoramica del Pratomagno e CAI 54
  • Panoramica del Pratomagno e CAI 54
  • Percorso CAI 54, primavera
  • Percorso CAI 54, inverno
  • Varco di Gastra
  • Percorso CAI 19, inverno
  • Ruscelli del Pratomagno
  • Ruderi lungo il CAI 19
  • Eremo di Gastra
  • Fiorite del Pratomagno
  • Crinale del Pratomagno
  • Uomo di Sasso, Pratomagno
  • Uomo di Sasso, Pratomagno
  • Mirtilli in Pratomagno
  • Pratomagno, Uomo di Sasso
  • Poggio Uomo di Sasso
  • Poggio Uomo di Sasso
  • Itinerario in Pratomagno
  • Itinerario in Pratomagno
  • Itinerario in Pratomagno
  • Foresta di Sant'Antonio
  • Poggio Tre Confini
  • Itinerario in Pratomagno
  • Itinerario in Pratomagno
  • Itinerario in Pratomagno
  • Itinerario in Pratomagno
  • Itinerario in Pratomagno
  • Itinerario in Pratomagno
  • San Pancrazio, Cetica
  • Salumi Pertichini

Al Varco di Gastra e all’Uomo di Sasso sul crinale del Pratomagno

Mappa dell’itinerarioL’itinerario che descriviamo in queste pagine ci fa camminare in una zona del massiccio del Pratomagno a nord della grande croce. Inoltre percorreremo un tratto di un antico collegamento tra Casentino e Valdarno. Lungo l’avvicinamento in auto al punto di partenza dell’itinerario potremo anche fermarci a visitare la pieve romanica di San Martino a Strada in Casentino, un antico molino a pietra a Pagliericcio dove si possono acquistare ottime farine, un ponte medievale poco prima di Cetica e la duecentesca chiesa di San Michele di origine monastica in questo borgo sulle pendici orientali del Pratomagno. Accanto a sacro edificio è da vedere l’Ecomuseo del Carbonaio.
Il percorso ha una lunghezza di undici chilometri e un dislivello altimetrico totale di 760 metri. Rinunciando a percorrere un tratto del CAI 19 sul versante valdarnese della montagna e utilizzando il CAI 29 per tornare al punto di partenza, la lunghezza e il dislivello si riducono a 6,5 chilometri e 640 metri.
Il punto di partenza e arrivo dell’itinerario si trova un chilometro sopra Bagno di Cetica, all’incrocio tra la strada che sale dalla Valle del Solano (Comune di Castel San Niccolò) con la panoramica del Pratomagno sul Casentino, una strada che scorre in prossimità del crinale della montagna tra Monte Secchieta e il tunnel poco sotto la celebre croce.
Iniziamo la camminata imboccando, verso sinistra, la Panoramica del Pratomagno. Dopo due chilometri, accompagnati da un rigoglioso bosco su entrambi i lati della strada, a sinistra scende una pista forestale chiusa da una sbarra. È il CAI 54 che in un chilometro e mezzo attraverso una stupenda faggeta scende a Pian dei Ciliegi. In questo luogo si trova un’accogliente area attrezzata con un rifugio, tavoli, una fonte con ottima acqua. In tre chilometri e mezzo, invece, la strada arriva a Badia alle Pratole. Il luogo ha questo nome per la presenza di un prato dove nel XIII secoli i monaci di Vallombrosa costruirono una chiesa e un romitorio di cui oggi non rimangono che poche pietre. Il CAI 54 ricalca il linea di massima il collegamento Casentino Valdarno di cui accennato all’inizio. Esistente perlomeno fin dal Mille collegava la pieve di San Martino in Terdinula in Casentino e quella di Santa Maria a Scò lungo la strada romana Cassia Vetus alle pendici valdarnesi del Pratomagno, collegamento tra Arezzo e Fiesole.
Noi continuiamo a dritto sulla strada carrabile che sale leggermente e che qui coincide con il CAI 54. Dopo centocinquanta metri, il percorso volta a destra. Noi lo seguiamo attraversando un maestoso bosco di faggi. In poco più di un chilometro di salita non impegnativa ci conduce al Varco di Gastra, 1392 metri, uno dei più importanti passi del Pratomagno. Sul crinale del massiccio troveremo dei pali metallici sormontati da un cappello conico: indicano il percorso di un metanodotto. Nell’intera camminata sul crinale e nella discesa che ci riporta sulla strada panoramica carrabile saremo accompagnati da questi segnali, non particolarmente “ecologici”, ma ottimi per seguire il percorso.
Il CAI 54 continua scendendo sul versante opposto del Pratomagno, quello valdarnese, cambiando nome, diventa CAI 19. Conduce, come già detto, alla Pieve di Santa Maria a Scò. Dopo tre chilometri e mezzo di sostenuta discesa raggiunge Gastra, a 911 metri di Varco di Gastraquota, dove si trova una grande costruzione dei primi decenni del Novecento. Qui, attorno al 1011, i monaci di Badia Santa Trinità, sulle pendici sud del Pratomagno, costruirono un eremo che nel XIII secolo passò nelle mani di Vallombrosa.
Nell’ambito di quest’escursione non consigliamo di scendere fino a questo luogo, il dislivello è notevole. È interessante e piacevole, invece, percorrere il CAI 19 per poco più di un chilometro, fino a una stretta curva a sinistra dove il sentiero attraversa un fosso il cui corso su roccia è molto bello. In questo tratto scenderemo solo una sessantina di metri e il bosco che attraverseremo si presenta particolarmente rigoglioso.
Risaliti sul crinale della montagna, inizieremo a camminare sul CAI 00 in direzione nord. Fin dai primi metri affronteremo una salita abbastanza impegnativa (sarà l’ultima di questo itinerario) che in un chilometro e mezzo circa ci porterà ai 1536 metri di Poggio Uomo di Sasso dove incontreremo il CAI 17 che, tenendosi sul crinale di una sorta di contrafforte sul versante occidentale del Pratomagno, scende verso Reggello passando per Monte Acuto e l’Oratorio di Ponticelli. Mentre saliamo, ogni tanto voltiamoci indietro. La vista sulla vallata casentinese si fa sempre più ampia e interessante. Duecento metri prima di raggiungere l’apice del colle, lungo il CAI 00 troviamo un grande cumolo di pietre di molteplici dimensioni e sistemate a mo’ di muro: è l’Uomo di Sasso.
In questa zona del Pratomagno, probabilmente per la presenza del grande e misterioso monumento di pietre, sono sorte varie leggende. Qui nascono molte varietà di fiori che dipingono il crinale di tantissimi colori. Purtroppo il luogo ha anche una storia triste: durante la seconda guerra mondiale fu teatro di scontri tra partigiani e nazi-fascisti.
Continuiamo il nostro cammino sul CAI 00 che oltre il Poggio Uomo di Sasso inizia a discendere in modo non ripido verso il Varco di Reggello, altro storico passo sulla montagna. Alla nostra sinistra, sulle pendici orientali del Pratomagno, è iniziato il grande complesso della Foresta Naturale di Sant’Antonio. Se in precedenza avevamo un ampio panorama verso sud-est, ora, a nord-ovest, vediamo il Valdarno fino a Firenze con l’orizzonte segnato dal profilo frastagliato delle Alpi Apuane. A nord-est, invece, abbiamo la parte alta del Casentino chiuso dal Monte Falterona.
Dove il percorso torna a essere quasi pianeggiante, troviamo, a destra, il CAI 29. Prendendo questo percorso che coincide con una pista forestale, in poco più di un chilometro scenderemo al punto di partenza dell’escursione. Il Pratomagno, però, è prima di tutto il suo crinale e noi ce lo siamo goduti ancora troppo poco. Perciò continuiamo dritto. Viole del PratomagnoOra il percorso sale leggermente fino a raggiungere Poggio Tre Confini. Da qui inizia una discesa che dopo trecento metri arriva a un bivio. Il CAI 00 volta a sinistra e si trasforma in strada di servizio per una centrale del metano che vediamo a duecento metri da noi, lungo la strada a destra. Ci dirigiamo verso di essa, vi passiamo accanto e continuiamo sulla pista dove passa il metanodotto. Di fronte a noi il percorso offre un bel panorama sull’alto Casentino e su Montemignaio. Andando avanti la discesa si fa più accentuata, ma si cammina bene perché il fondo è erboso e liscio. Un chilometro dopo la centrale del metano, giungiamo alla strada panoramica. La imbocchiamo a destra e in un chilometro e mezzo, accompagnati da una bella faggeta e viste sulla sottostante valle, torniamo al punto di partenza di questo itinerario che ci ha mostrato una bella natura, tanti panorami e raccontato interessanti storie.
Tornati a Cetica possiamo scendere nel fondovalle utilizzando un’altra strada che ci farà passare accanto all’interessante Chiesa di San Pancrazio, anche questa del XIII secolo e di origine monastica. Poco più avanti arriviamo al piccolo abitato di Barbiano. Qui si trova il salumificio artigianale Pertichini dove potremo acquistare prodotti degni della più alta tradizione casentinese.

LUOGHI D’INTERESSE CULTURALE DURANTE L’AVVICINAMENTO ALL’ITINERARIO
Pieve romanica di Strada Castel San Niccolò Chiesa di Cetica



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