Da Vallombrosa sul crinale del Pratomagno

un itinerario sul Monte Secchieta e sulle pendici nord del Pratomagno

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Monte Secchieta

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  • CAI 10
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Dall'Abbazia di Vallombrosa al Secchieta. Ritorno per Croce al Cardeto

Mappa dell’itinerarioIn queste pagine descriviamo un itinerario nella parte più settentrionale del massiccio del Pratomagno. Un’escursione che ci farà anche conoscere il luogo più importante, dal punto di vista storico, artistico e religioso, della grande montagna: Vallombrosa. Una millenaria abbazia immersa in una rigogliosa foresta. Troviamo una breve descrizione di questo luogo nelle prime pagine della sequenza.
Questo percorso è un anello di circa quattordici chilometri. Il punto di partenza può essere Vallombrosa o Monte Secchieta, luoghi che hanno una differenza altimetrica di 450 metri. Il dislivello totale del percorso è di 1100 metri. L’itinerario può essere ridotto a dieci chilometri e a un dislivello a 950 metri se sul Secchieta prendiamo subito il CAI 12 verso La Macinaia – Vallombrosa. La mappa ci mostra in modo chiaro il percorso e questa possibilità di accorciamento.
La passeggiata più frequentata, a Vallombrosa, è il “Circuito delle Cappelle” che inizia sul CAI 9, lungo il muro sinistro del monastero. Anche l’itinerario che ci apprestiamo a descrivere ha questo punto di partenza, così affrontiamo subito la parte più dura del percorso che sale sul Monte Secchieta. Altrimenti può essere proprio questa cima un altro inizio dell’escursione. Una scelta consigliabile nelle domeniche estive quando a Vallombrosa diventa difficile trovare un posto auto. Partendo da quassù, possiamo anche sceglire un itinerario meno impegnativo: sette chilometri e 650 metri di dislivello altimetrico totale. Dopo aver raggiunto Croce di Cardeto e quindi La Macinaia, risaliremo su Monte Secchieta utilizzando il CAI 12. Attraverseremo comunque un tratto della splendida Foresta di Sant’Antonio.
Noi descriviamo il percorso più lungo che inizia a sinistra del monastero utilizzando un piacevole vialetto selciato. Dopo trecento metri quasi pianeggianti, voltando a sinistra attraversiamo il Fosso dei Bruciati che offre dei giochi d’acqua tra le rocce veramente belli. Qui inizia la Scala Santa lungo la quale troviamo tre cappelle prima di giungere al Paradisino, una grande struttura lungo la via asfaltata che sale al Monte Secchieta che ci Fosso dei Bruciati, Vallombrosaoffre un’ampia vista panoramica in direzione Firenze con l’abbazia vallombrosana sotto di noi. Il CAI 9 attraversa la strada ed entra nella Foresta Naturale Biogenetica di Vallombrosa, qui costituita da abeti. Prendiamo fiato perché davanti a noi abbiamo i trecento metri più irti del percorso, poi la salita sarà meno impegnativa. Intanto il bosco è diventato misto per la presenza di faggi. Più in alto queste piante saranno le predominanti. Percorsi circa seicento metri dalla strada asfaltata giungiamo a un bivio dove il CAI 9 continua a destra, noi voltiamo a sinistra seguendo l’indicazione Secchieta – Variante. Entriamo nel CAI 9A, un percorso più recente rispetto al 9, un po’ più lungo ma meno impegnativo. Ormai è quello più utilizzato, consigliabile anche per la miglior manutenzione. Troviamo un vialetto lastricato che sembra un canale nel bosco. Alla fine di questo, se usciamo qualche metro a sinistra, avremo un ampio panorama verso ovest, in pratica lo stesso visto dal Paradisino, ma da più in alto. Dopo 1,5 chilometri il percorso rientra sul CAI 9 che sale molto ripido da destra. Ancora cinquecento metri e giungiamo su crinale di Monte Secchieta (circa 1430 metri), non proprio sulla cima che si trova poco lontano, a sinistra (1450 metri). Siamo entrati sul CAI 00 del Pratomagno che quassù, per un tratto di ottocento metri, coincide con la strada carrabile. All’altezza dell’incrocio tra il CAI 9 e lo 00 c’è un bar ristoro, un’ottima occasione per una sosta alla conclusione del tratto più impegnativo dell’itinerario.
Riprendiamo il cammino sul CAI 00 verso sud. Dopo duecento metri, a destra, troviamo una cappella e, a pochi metri da questa, un cippo per i partigiani che combatterono su questo monte. In questo punto l’assenza di vegetazione di alto fusto lungo il crinale consente di avere ampi panorami sia verso est che a ovest. Monumento ai caduti, SecchietaIn quest’ultima direzione vediamo la parte alta del Valdarno Superiore fino a Firenze. Nella direzione opposta abbiamo una vista sul Casentino e sulla dorsale appenninica tosco-romagnola.
Continuiamo sullo 00 e dopo trecento metri troviamo, a destra, l’inizio del CAI 12 che in venti minuti ci fa scendere a La Macinaia attraverso la bellissima Foresta di Sant’Antonio. Come già detto, questa deviazione può essere una possibilità per ridurre di cinque chilometri l’itinerario.
Duecento metri oltre l’incrocio con il CAI 12, lo 00 lascia la strada carrabile per tenersi più a destra, in prossimità del crinale. Dopo meno di un chilometro passiamo accanto a Poggio della Risala, la cima più alta in questa zona del Pratomagno, 1488 metri. Diversi grandi tralicci per telecomunicazioni hanno accompagnato il nostro cammino lungo questa prima parte del CAI 00. Non sono la massima espressione dell’ecologia, ma dopo tanti anni sono ormai parte di questo ambiente montano, così come le tre grandi pale eoliche a cui da Poggio della Risala arriviamo sotto in cinquecento metri di leggera discesa. Queste gigantesche strutture metalliche sono considerate il simbolo del Monte Secchieta poiché ben visibili da tante zone del Pratomagno e della vallata casentinese.
Un centinaio di metri oltre l’ultima pala, il CAI 00 inizia una costante discesa verso un’insellatura sul crinale del Pratomagno: Croce al Cardeto. Ancor prima di arrivare nel punto più basso dell’insellatura, il nostro itinerario volta a destra sul CAI 14 dirigendosi verso la Capanna delle Guardie, dentro la Foresta di Sant’Antonio. Se prima d’incamminarci su questo percorso vogliamo goderci un bel panorama, consigliamo di continuare ancora sullo 00 di crinale e salire per duecento metri sul colle opposto a quello da cui siamo scesi: Poggio alla Cesta, 1448 metri. Vedremo la strada appena fatta con le pale eoliche in alto e, appena più a sinistra, un bel panorama sul fondovalle dove, in assenza di foschia, scorgeremo buona parte della città di Firenze.
Incamminiamoci ora sul CAI 14, un percorso didattico perché correlato di pannelli descrittivi. Una strada ampia e pressoché pianeggiante dentro la bella Foresta di Sant’Antonio, qui costituita da faggi, Croce a Cardetoche in 1,3 chilometri conduce alla Capanna delle Guardie, oggi un rifugio con intorno un’accogliente area attrezzata. Da questo luogo abbiamo un panorama straordinario sulle pendici ovest del Pratomagno e sul Valdarno. Considerando le caratteristiche di questa prima parte del CAI 14 e che a Croce al Cardeto si può arrivare in auto, questo breve tratto del nostro itinerario può esser consigliato anche a quelle persone che non possono affrontare passeggiate di un certo impegno fisico. Oltre la Capanna delle Guardie, il CAI 14 diviene un sentiero che, con saliscendi tra boschi e radure, dopo un chilometro va a immettersi su una strada forestale che sale da sinistra. Noi andiamo a destra e in pochi minuti arriviamo a La Macinaia, 1314 metri di quota. Un edificio privato al quale giunge anche il CAI 12 che scende da Monte Secchieta. Imbocchiamo questo percorso a sinistra, in direzione Vallombrosa. Una discesa pressoché costante su un’ampia strada dentro la Foresta di Sant’Antonio. Dopo un paio di chilometri il CAI 12 volta a sinistra per Saltino, noi teniamo la destra immettendoci sul CAI 10. Il nuovo percorso scende in modo più deciso, in un tratto è una sorta di canale nel bosco che qui è tornato a essere un’abetina. In prossimità di un bivio a destra (CAI 10A che in pochi minuti riporta su CAI 9) la strada diviene selciata e presenta muri di retta. Segno inequivocabile che si trattava di un percorso importate. Era usato da vallombrosani per raggiungere il crinale del Pratomagno, una direttrice che per secoli ha rappresentato una “superstrada” nella CAI 14viabilità antica della zona. Inoltre, in estate i monaci portavano le loro greggi e altri animali nei grandi pascoli sulla sommità della montagna.
Dall’incrocio, in poco più di trecento metri giungiamo alla strada asfaltata che sale al Monte Secchieta, a poca distanza dal Paradisino. Attraversatala, in circa duecento metri arriviamo al recinto che delimita l’Arboreto di Vallombrosa. Voltiamo a destra e in pochi passi ci troviamo vicino al grande torrione lungo il fianco destro dell’abbazia. Qui ci sono dei tavoli e una fonte, ottimo luogo per riposarsi mentre ci gustiamo un panino. L’escursione può considerarsi conclusa, eravamo partiti sul lato opposto del grande monastero. Prima di lasciare Vallombrosa facciamo due passi sul suo grande prato. Da qui vediamo il Monte Secchieta, siamo scese da lassù.
Trovandosi in Casentino, la strada più breve per raggiungere Monte Secchieta e Vallombrosa è quella che passa per Strada in Casentino e Montemignaio. Per il primo borgo abbiamo invitato a una sosta nell’itinerario che ci fa raggiungere il Varco di Gastra e l’Uomo di Sasso, ora consigliamo una visita al secondo abitato. La descrizione di questo borgo di origine medievale e della sua chiesa romanica la troviamo nelle ultime pagine della sequenza.

LUOGHI D’INTERESSE CULTURALE DA VISITARE IN QUESTO ITINERARIO
Abbazia di VallombrosaMontemignaioPieve di Montemignaio



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