Camminando tra storia, leggende, fede e natura

un itinerario tra Monastero ed Eremo di Camaldoli nel Parco Nazionale

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Rifugio Cotozzo

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  • Punto di partenza a Camaldoli
  • Mappa trekking Camaldoli
  • Chiostro di Maldolo
  • Chiesa del Monastero di Camaldoli
  • Farmacia di Camaldoli
  • Cappella della Madonna della Neve, Camaldoli
  • Ponte sull’Archiano a Camaldoli
  • Fosso di Camaldoli
  • Cappella di San Romualdo
  • Il masso di San Romualdo
  • CAI 68 tra monastero ed eremo
  • CAI 68 tra monastero ed eremo
  • Le Tre Croci, Eremo di Camaldoli
  • CAI 68 vicino all’eremo
  • Laghetto Traversari, Camaldoli
  • Laghetto Traversari in inverno
  • Eremo di Camaldoli
  • Eremo di Camaldoli, le celle
  • Eremo di Camaldoli, la chiesa
  • Eremo di Camaldoli, terracotta robbiana
  • CAI 74 verso il crinale
  • CAI 74 verso Prato alla Penna
  • CAI 74 verso il crinale
  • CAI 70 verso Passo Gioghetto
  • CAI 70 verso il crinale
  • Passo Gioghetto
  • La Giogana
  • I termini di Leopoldo II
  • Il calice camaldolese
  • Giogana innevata
  • Galaverna nel Parco Nazionale
  • Prato alla Penna
  • Prato alla Penna
  • Edicola religiosa a Prato alla Penna
  • GEA 00 verso Cava dei Frati
  • GEA 00 verso Cava dei Frati
  • Cava dei Frati
  • Termini di confine
  • Termine di Leopoldo II
  • Poggio Tre Confini
  • Confine camaldolese
  • Foresta del Cotozzino
  • Foresta del Cotozzino
  • Poggio Brogli
  • Faggi monumentali
  • CAI 72 – Parco Nazionale
  • Abeti monumentali
  • Arrivo al Rifugio Cotozzo
  • Rifugio Cotozzo
  • CAI 72 tra Monastero e Cotozzo
  • CAI 72 tra Monastero e Cotozzo
  • Mountain bike a Camaldoli
  • CAI 70 a Rifugio Cotozzo
  • CAI 70, Foreste Casentinesi
  • Fonte della Duchessa
  • Radici di abeti in foresta
  • CAI 70 presso l’eremo
  • Fornacina
  • CAI 70 e 74 a Camaldoli
  • CAI 70 e 74 a Camaldoli

Un itinerario da Camaldoli a Prato alla Penna e al Rifugio Cotozzo

Mappa dell’itinerario In questa sezione web descriviamo tre percorsi con una lunghezza tra cinque e undici chilometri e un dislivello altimetrico totale tra seicento e milleduecento metri che hanno come punti di riferimento il Monastero e l’Eremo di Camaldoli, Prato alla Penna, Poggio Tre Confini e il Rifugio Cotozzo. Seguendo la mappa, gli itinerari ci appariranno molto chiari. La descrizione, inoltre, illustrerà diversi aspetti storici inerenti questi percorsi.
L’Eremo e il Monastero di Camaldoli sono separati, oltre che nella loro funzione, da quasi trecento metri di altitudine e uniti, fin dalla loro fondazione, da due chilometri e mezzo di strada che sale irta tra possenti abeti. Sono tanti coloro che, dopo aver visitato il romanico chiostro di Maldolo, al monastero, la chiesa impreziosita dai dipinti di Giorgio Vasari e l’antica farmacia, salgono a piedi al Sacro Eremo dove il silenzio che avvolge le venti celle dei monaci eremiti, chiuse da un robusto muro e da una corona di abeti, rende palpabile la misticità del luogo.
Il percorso che fin dalla fondazione di Camaldoli unisce eremo e monastero, oggi CAI 68, s’interseca, e per brevi tratti si sovrappone, con la tortuosa via asfaltata, la così detta “Corta di Camaldoli”, che in tre chilometri unisce le due realtà religiose. Questa strada in inverno viene chiusa al transito.
Il CAI 68, invece è sempre aperto. Con la neve è molto utilizzato dagli amanti delle ciaspole. Il percorso, come detto, è piuttosto irto. Offre però più motivi per riprendere fiato, non ultimo fermarsi per osservare dal basso qualche gigantesco abete che si trova proprio lungo il sentiero. L’inizio del cammino è davanti al Museo Ornitologico di Camaldoli, nell’edificio dei Carabinieri Forestali. Nel primo tratto il CAI 68 coincide con la lunga dritta pianeggiante della strada carrabile. Dopo le prime curve, quando inizia la salita, troviamo, a destra, la Cappella della Madonna della Neve e un piccolo ponte di pietra che attraversa il Fosso di Camaldoli. Questo fu costruito nel 1456 quando era priore dei camaldolesi Mariotto Allegri e fu sottoposto a un sostanzioso restauro nel 1915.
Probabilmente, la Cappella della Madonna della Neve è precedente al ponte. Ha dimensioni minori, ma la stessa architettura di un’altra cappella, più antica, dedicata a San Romualdo che incontreremo poco più in alto, sempre lungo il percorso.
Oltre questa, continuiamo a salire sul CAI 68. Poco dopo, a un incrocio con la strada asfaltata, troviamo le “Tre Croci”. Fino al 1866 segnavano il confine basso dell’area riservata ai monaci eremiti. In questo spazio potevano muoversi liberamente in silenzio e solitudine. Questo confine segnato dalle croci ci dice che l’eremo camaldolese è ormai vicino, così riprendiamo il cammino consapevoli che la nostra fatica è quasi giunta al termine. Giogana in autunnoTrecento metri prima del sacro luogo, il CAI 68 rientra sulla strada carrabile. Pochi metri prima di questo innesto, consigliamo una brevissima deviazione a destra per andare a vedere il laghetto Traversari. Si tratta di un piccolo invaso artificiale, ormai considerato naturale visto la sua datazione. Fu realizzato come allevamento di pesce nella prima metà del XV secolo dal Priore Generale Ambrogio Traversari.
Ancora qualche minuto di cammino e giungiamo al Sacro Eremo dove ammireremo la sua disposizione architettonica in simbiosi con la foresta, l’arte nella chiesa, la cella di San Romualdo. Soprattutto, possiamo calarci in quell’atmosfera mistica, di pace e di silenzio che avvolge il luogo. Finita la visita, si torna al monastero utilizzando la solita strada. Il percorso, però, anche se un po’ impegnativo per la salita, non può soddisfare più di tanto gli appassionati di trekking. Proponiamo, allora, altri due itinerari che, avendo sempre come riferimenti il Monastero e l’Eremo di Camaldoli e passando sul tratto di CAI 68 descritto, con qualche chilometro in più ci offrono altri aspetti di alto valore naturalistico e ancora qualche spunto di carattere storico. Dopo aver letto il testo e studiato la mappa, ognuno sceglierà il percorso in base alla lunghezza e al dislivello altimetrico che presenta.Il primo dei due percorsi che andiamo a descrivere ha una lunghezza di circa 11 o 11,5 chilometri. Questa piccola differenza dipende se dal Sacro Eremo (1103 metri) raggiungiamo Prato alla Penna (1248 metri) in modo diretto utilizzando il CAI 74 o prima saliamo al Passo Gioghetto con il CAI 70. Nel secondo caso percorreremo 700-800 metri quasi pianeggianti di quel tratto di crinale appenninico tosco-romagnolo chiamato Giogana. Il dislivello altimetrico totale dell’intero itinerario rimane pressoché lo stesso: 1200 metri. Punto di partenza dall’eremo sarà il suo angolo anteriore destro o posteriore desto a seconda che utilizziamo il CAI 74 o 70. Entrambi i percorsi, inizialmente ci faranno camminare tra possenti abeti, poi la foresta si trasforma in una rigogliosa faggeta.
Prato alla Penna, dove arriva anche la strada carrabile che poi scende a Passo Fangacci e a Badia Prataglia, offre una vista, filtrata dalla vegetazione, sulla sottostante Foresta della Lama e Diga di Ridracoli. L’ampia radura sul crinale appenninico è attraversata dal GEA 00. Imboccato questo percorso verso sud-est, in poco più di un chilometro di salita tra i faggi giungiamo a Cava dei Frati (1385 metri). Qui IL GEA 00 inizia a scendere verso Passo Fangacci, noi voltiamo a destra sul CAI 98 che in cinquecento metri conduce a Poggio Tre Confini, il “tetto” dell’escursione, 1397 metri. Il nome di quest’altura ha un preciso significato. Fin dall’XI secolo in questa zona passava il confine tra il territorio dei camaldolesi e quello dell’Abbazia di Prataglia. Lungo il percorso tra Cava dei Frati e Poggio Tre Confini troviamo due grandi pietre a mo’ di spesse lapidi infilate nel terreno. Sul lato Prato alla Penna rivolto verso ovest è scolpito lo stemma camaldolese (calice e colombe), sull‘altra parte è scalpellata la data 1853. Sono termini, ossia segnalatori di un confine. In questo caso quello che separava il territorio dei monaci camaldolesi da quello acquistato a titolo personale dal Gran Duca di Toscana Leopoldo II di Lorena nel 1852.
Da Poggio Tre Confini, il CAI 98 si dirige verso Poggio Brogli (1206 m) a cui arriviamo dopo circa due chilometri e mezzo. Inizialmente il percorso scende in modo abbastanza deciso, poi la discesa si fa più leggera e scorre in una faggeta stupenda, sembra di camminare dentro una fiaba. Oltrepassato Il Cotozzino (1308 metri), il CAI 98 torna a scendere più ripidamente fino a Poggio Brogli dove entriamo sul CAI 72 che collega Badia Prataglia e il Monastero di Camaldoli verso cui dobbiamo dirigerci, quindi voltiamo a destra. In un chilometro arriviamo al Rifugio Cotozzo (1114 metri) che ci appare in fondo a una sorta di canale che ha come fondo la strada e come pareti possenti e scuri abeti. L’edificio, oggi un piacevole rifugio con fonte e fornelli, in origine fu l’abitazione della guardia che vigilava sui boschi camaldolesi. Al Rifugio Cotozzo, il CAI 72 s’incrocia con il CAI 70 che, a sinistra, conduce a Serravalle, a destra, torna all’Eremo di Camaldoli. Parleremo tra poche righe di questo secondo tratto del CAI 70, ma teniamolo presente da subito perché può essere parte un itinerario alternativo che ricalca per buona parte quello che stiamo facendo, ma non tocca il monastero e ha nell’eremo il punto di partenza e arrivo. Si accorcia di neppure un chilometro, ma il dislivello totale si riduce sensibilmente scendendo a 760 metri. Questa volta siamo partiti dal monastero camaldolese ed è qui che dobbiamo tornare. Al Rifugio Cotozzo, quindi, continuiamo sul CAI 72 che in meno di due chilometri di discesa, a tratti ripida, ci riporta al punto di partenza dell’escursione.
Il secondo itinerario ha una lunghezza di circa otto chilometri e un dislivello altimetrico totale di 780 metri. La partenza è sempre presso il monastero, in questo caso dalla parte opposta del ponte, a pochi metri dalla sponda sinistra del Fosso di Camaldoli. Nei primi due chilometri segue la parte finale del primo percorso, il CAI 72, ma all’incontrario. Dagli 816 metri del monastero, saliamo ai 1114 metri del Rifugio Cotozzo dove imbocchiamo, a sinistra, il CAI 70 che in poco più di un’ora ci conduce al Sacro Eremo. Foresta sul CotozzinoIl percorso, più che un sentiero è una strada nella foresta. Da Cotozzo, in 1,5 chilometri arriviamo a Prato ai Meli, 1171 metri, il punto più alto di questo secondo itinerario. Da qui iniziamo a scendere e dopo cinquecento metri troviamo, a destra, la Fonte della Duchessa (1140 m.). Un altro chilometro e mezzo nella bella foresta camaldolese, e il CAI 70 va a immettersi sulla via asfaltata che sale a Prato alla Penna. Discendiamo questa strada fino all’eremo dove, con il CAI 68, descritto in senso contrario a inizio capitolo, torneremo al grande monastero.
La sequenza di sessanta pagine di questa sezione mostra e descrive dettagliatamente (fino a pagina 52) itinerario più lungo, quello che parte dal Monastero di Camaldoli, sale al Sacro Eremo, raggiunge la Giogana e Prato alla Penna tramite i CAI 70 o 74. Da qui tramite il GEA 00 arriva a Cava dei Frati, poi, col il CAI 98 a Poggio Tre Confini (tetto del percorso, 1397 metri). Sempre con il CAI 98 scende a Poggio Brogli da dove, con il CAI 72, raggiunge il Rifugio Cotozzo e poi il Monastero di Camaldoli, punto di partenza. Le ultime otto pagine della sequenza (53 – 60) mostrano il tratto del CAI 70 che dal Rifugio Cotozzo conduce all’Eremo di Camaldoli passando per Fonte della Duchessa.Dopo aver osservato la mappa, visto dalla sequenza cosa offrono i vari percorsi da un punto di vista culturale e naturalistico, ognuno si sceglierà l’itinerario, non ultimo anche in base all’impegno fisico che presentano.

ASPETTI D’INTERESSE CULTURALE DA VISITARE IN QUESTO ITINERARIO
Monastero di CamaldoliVasari a CamaldoliEremo di Camaldoli



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