DA AIA DI GUERRINO ALLA FORESTA DELLA LAMA

un itinerario nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi

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La Lama

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Un itinerario per arrivare a La Lama dal Passo della Crocina

Camaldoli rappresenta il cuore del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. Anzi, possiamo affermare che se oggi quest’area verde sull’appennino tosco romagnolo esiste, il merito è senza dubbio dei Monaci Camaldolesi. Fin dalla fondazione di questo luogo monastico, agli inizi dell’XI secolo, la cura del bosco fu una regola imprescindibile. Un amore per l’ambiente e al tempo stesso una fonte di guadagno derivato dalla vendita del legname. Fin dal medioevo i lunghi tronchi di abete bianco lasciavano il Casentino con un naturale mezzo di trasporto rappresentato dall’Arno e si dirigevano verso Firenze e Pisa, dove servivano per la costruzioni d’importanti e grandi edifici (anche il Duomo di Firenze) e la realizzazioni di navi.
Il Monastero e il Sacro Eremo di Camaldoli si integrano in modo perfetto con la foresta circostante. Oggi sarebbe impossibile pensare alla spiritualità di questi luoghi escludendo la stupenda natura in cui sono immersi. Altrettanto vero è che questa natura non avrebbe lo stesso valore senza una realtà storica, religiosa, culturale come Camaldoli.
I numerosi percorsi CAI presenti nei boschi di questa zona ricalcano certamente antichi percorsi di lavoro e anche importanti vie di comunicazione. Da questi presupposti camminare su questi sentieri ha un fascino che va oltre le meraviglie che la natura ci offre. La simbiosi con la spiritualità è sempre presente. Sia dal monastero che dall’eremo sono molti i percorsi su cui possiamo cimentarci. Brevi e rilassanti passeggiate alla portata di tutti, così come impegnativi percorsi, per lunghezza e per dislivello, indicati per chi fa del trekking una vera passione. Breve passeggiata o lunga escursione, al ritorno ci aspetta comunque una buona cioccolata preparata secondo un’antica ricetta dei Monaci di Camaldoli.

DAL MONASTERO DI CAMALDOLI AL CASTAGNO MIRAGLIA

ESCURSIONE SUL MONTE PENNA, BALCONE SULLA ROMAGNA

DA AIA DI GUERRINO A POGGIO SPILLO E FORESTA DELLA LAMA

DAL MONASTERO ALL’EREMO, A POGGIO TRE CONFINI E AL RIFUGIO COTOZZO

DALL’EREMO DI CAMALDOLI A POGGIO SCALI

IL PERCORSO DEL LUPO A MOGGIONA – ITINERARIO DIDATTICO

Fosso dei Forconali Da Badia Prataglia, una bella strada carrabile che attraversa la foresta, sale a Prato alla Penna, poi, da qui, scende all’Eremo di Camaldoli. Lungo questa via (chiusa alle auto nella stagione invernale), dopo 3 chilometri salendo da Badia, troviamo sulla destra un piccolo spiazzo appena più in alto rispetto alla strada. Siamo ad Aia di Guerrino (1223 metri), punto di partenza della nostra escursione e anche di un’altra passeggiata che in circa un chilometro e mezzo ci fa salire ai 1332 metri di Monte Penna, una terrazza naturale che ci offre in lontananza uno straordinario panorama sulla Romagna, mentre sotto di noi vediamo la Foresta della Lama, meta dell’escursione che ci accingiamo a descrivere. Questo percorso, lungo circa 12 chilometri, è considerato tra i più interessanti del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi in quanto, oltre che offrirci una superba natura costituita da varie specie di piante, corsi d’acqua e una spettacolare cascata, ci fa attraversare un luogo, la Foresta della Lama, con un’importante storia alle spalle che la vede legata all’Opera del Duomo di Firenze, al Granducato di Toscana, ai Padri Camaldolesi e, nell’Ottocento, alle “cure” dell’ingegnere forestale boemo Carlo Siemoni.
L’itinerario si snoda quasi interamente in terra di Romagna. Così non sarebbe stato fino al 1923. Fino a quell’anno, infatti, questo territorio appartenne alla Toscana. Fu Benito Mussolini che spostò il confine tra le due regioni affinché il Tevere, il fiume di Roma, avesse la sorgente nella sua terra di origine, la Provincia di Forlì.
Itinerario interessante, purtroppo un po’ faticoso, non per la lunghezza, ma per il dislivello che presenta.
Il nostro cammino ha inizio sul GEA 00 che proviene dalla strada carrabile, attraversa l’Aia di Guerrino ed entra nel bosco salendo leggermente. Dopo circa 200 metri giungiamo a un bivio. A sinistra parte il CAI 225 che sale sul Monte Penna, noi dobbiamo proseguire a destra sul GEA 00 che inizia a salire in modo abbastanza deciso. Continua così, attraverso una bella faggeta, per 1,2 chilometri, fino ai 1436 metri di Poggio allo Spillo. Il sentiero passa a sinistra della cima di questo monte, per raggiungere il suo apice si deve uscire dal percorso. La fitta vegetazione, però, non ci consente di avere panorami da questo luogo. Tornati sul sentiero, in meno di 400 metri scendiamo a Passo della Crocina (1396 m), uno storico quadrivio. Il GEA 00 continua verso Passo Lupatti e Passo dei Mandrioli. Un tornante a destra c’immette sul CAI 64 che porta a Badia Prataglia, noi voltiamo a sinistra sul CAI 207 che con una discesa regolare tra belle piante di faggio ci porta ai 1250 metri di Passo della Bertesca. Si tratta di un altro quadrivio dove dobbiamo voltare secco a sinistra e iniziare a discendere sul CAI 223 che in circa 4,5 chilometri ci condurrà a La Lama (694 m). Dopo qualche minuto avremo un bel panorama alla nostra destra, da questo punto cominciamo a trovare piante di abeti che si faranno sempre più fitte. La strada degrada in modo abbastanza deciso, ma facendo attenzione il sentiero non presenta tratti insidiosi. Siamo entrati nella Valle dei Forconali, percorsa dall’omonimo fosso a cui, per un bel tratto,Percorso degli Scalandrini camminiamo a pochi metri, così, il silenzio della foresta è rotto dal piacevole scorrere dell’acqua. Ormai gli abeti, quasi tutti uguali, sono diventati le piante dominanti, ma non i soli. Lungo il percorso incontriamo altre tipologie di piante dalle forme molto fantasiose. Un faggio ha abbracciato con le sue radici un grande masso: una sorta di simbiosi tra legno e roccia. La Lama si presenta come un grande spazio pianeggiante ricchissimo di acqua, con verdi prati e bosco. Chiuso su tre lati da alti monti, ad est è aperto verso la Romagna. Una piccola chiesetta ci aspetta in una radura, a pochi metri da questa si trova un bivacco, poi c’è un grande edificio sede delle guardie forestali.
Visitato questo luogo, c’incamminiamo verso il ritorno prendendo il CAI 229 che segue il Fosso della Lama. Dopo poco più di un chilometro quasi pianeggiante lo lasciamo per voltare a sinistra sul CAI 227 che sale deciso fin dai primi metri. Inizia la parte più dura del percorso: in circa 3 chilometri affronteremo un dislivello di 500 metri. Fiancheggeremo il Fosso di Fangacci che scende dall’omonimo passo, a trecento metri da Aia di Guerrino, nostro punto di partenza. Il primo chilometro del CAI 227 è il più duro. Tratti del ripido sentiero sono costituiti da scale. Per questo è conosciuto come Percorso degli Scalandrini. A poca distanza da questo punto si trova una spettacolare cascata raggiungibile nella parte bassa del salto con una breve deviazione. Con attenzione, se bagnato lo stretto sentiero può essere molto insidioso. Superato il Fosso Fangacci con un piccolo e coreografico ponte di legno, il sentiero, pur mantenendo una buona salita si fa più dolce. Continueremo lungo il fosso in uno splendido bosco fino a raggiungere un bivio. Manca veramente poco alla chiusura del nostro percorso ad anello. Dobbiamo andare a sinistra. Un centinaio di metri prima dell’Aia di Guerrino troveremo la Fonte di Guido, giustificato motivo di una breve sosta per dissetarsi con acqua freschissima e pura.



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